venerdì 13 febbraio 2009

Accogliamo i bambini abortiti in un cimitero di Roma

Accogliamo i bambini abortiti in un cimitero di Roma

In uno dei miei viaggio pro life per l’Italia giunsi tanti anni fa a L’Aquila dove visitai, e porto ancora nel cuore quei momenti, il Monumento ai bambini non nati curato in una zona del cimitero cittadino chiamata “il giardino dei bambini”. Il monumento raffigura una bianca Madonna senza volto con le braccia larghe e che accoglie tantissime testoline di bambini, anche loro senza volta. Dietro campeggia la scritta: ai 50 milioni di bambini ogni anno vittime dell’aborto. Una associazione per la vita locale, d’accordo col Comune, in convenzione assicura sepoltura e degne esequie ai bambini abortiti, o naturalmente o volontariamente.
Ricordo ancora i brividi e la commozione di tutto il gruppo nel sostare davanti a tantissime piccole croci ai piedi della Madonna, come piccoli bambini che tendevano le braccia verso quelle mamme che non sono state capaci di accoglierli.
Leggere oggi sui giornali che in un ospedale della capitale d’Italia sono stati ritrovati “feti malformati e resti umani” in un locale seminterrato, e completamente abbandonato, mi ha fatto riprendere nella memoria quei giorni e decidere di richiedere, ancora con più forza, che anche a Roma vi sia un monumento ai bambini non nati ed un luogo dove raccogliere le loro spoglie e dar loro giusta sepoltura.
La pessima realtà purtroppo supera l’immaginazione e nello scorrere la rassegna stampa su questo caso si legge dovunque la dichiarazione scioccante del direttore del Policlinico Umberto I di Roma: “Sono solo materiale didattico”.
Mi è rimasto il brivido per tutta la giornata a pensare a questa catalogazione che mi suona tanto negazionista dell’olocausto dell’aborto che ogni giorno si consuma nella nostra Italia e, nella nostra Capitale, per almeno 11 mila volte l’anno.
Materiale didattico? Mentre aspettavo i miei due figli non ho mai pensato a mia moglie come un contenitore di materiale didattico. E’ possibile usare ancora questi termini?
Prego per questi figli uccisi tre volte: dall’aborto, dall’oblio di quasi trenta anni in quel sottoscala e dall’antilingua che, per mistificare la verità, non ha neanche il coraggio di chiamarli per nome e di guardarli in faccia.
Quest’anno il Centro di cui sono presidente festeggia i suoi dieci anni e nell’invitare tutte le mamme a scegliere per la vita voglio anche invitare chi di voi, scultore, benefattore, volontario per la vita, voglia intraprendere con me il progetto di realizzare un Monumento ai bambini non nati in un cimitero di Roma. Chiedo al Sindaco di Roma la sua collaborazione nel far si che ogni bambino non strappato all’aborto nella nostra città possa trovare un piccolo lembo di terra dove essere accolto.

Giorgio Gibertini
Presidente Centro di aiuto alla vita di Roma
www.cavroma.org

giovedì 12 febbraio 2009

UMBERTO PRIMO TRIPLA UCCISIONE DI BAMBINI

Roma, 12 febbraio 2009


COMUNICATO STAMPA


OGGETTO: GIORGIO GIBERTINI (PRESIDENTE CENTRO DI AIUTO ALLA VITA DI ROMA):

BAMBINI UCCISI TRE VOLTE: DA ABORTO, ABBANDONO E ANTILINGUA.
REALIZZIAMO UN MONUMENTO A BAMBINI NON NATI.


Vorrei dare, come succede in altre parti d'Italia, degna sepoltura a quei bambini trovati abbandonati, si dice anche da oltre 30 anni, in una stanza chiusa del Policlinico Umberto I di Roma.

Inorridisco nel leggere le cronache dei giornali che parlano di questi bambini uccisi tre volte: dall'aborto, dall'abbandono e dall'antilingua.

Se la verità fa inorridire, basta cambiarle nome. Ecco quindi che i poveri feti diventano “materiale per didattica” o “rifiuti speciali”.

Propongo ad Alemanno, Sindaco di Roma, di realizzare assieme in un cimitero romano il “Monumento ai bambini non nati” sotto cui seppellire questi bambini.

mercoledì 11 febbraio 2009

martedì 10 febbraio 2009

Riposa in pace Eluana

Riposa in pace Eluana.
Ti dedicheremo una sezione a Roma, un premio, sicuramente il ricordo.

Giorgio Gibertini e tutti i nostri volontari

domenica 8 febbraio 2009

Appello al presidente della Repubblica

7 febbraio 2009

APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA PER SALVARE LA VITA DI ELUANA ENGLARO

Signor Presidente, la tragica fine che si prospetta per Eluana Englaro non lascia indifferente la coscienza civile dell'Italia.Eluana è portata a morte senza che sia stata accertata in maniera incontrovertibile la sua volontà, né l'irreversibilità del suo stato vegetativo.
Eluana rischia dunque di morire sulla base di una volontà solo presunta, e sarebbe l'unica persona a subire una tale sorte, poiché nessuna delle leggi sul fine-vita in discussione in Parlamento permetterà più questo obbrobrio.
Signor Presidente, Le chiediamo fermamente di non permettere questa tragedia, che sarebbe un insulto sanguinoso alla storia, alla cultura, all'identità stessa del nostro Paese, convinti come siamo che nessuno deve essere costretto a morire per un formalismo giuridico.
Le chiediamo un intervento perché – di concerto con il Governo – sia data una moratoria alla sospensione dell'alimentazione e idratazione cui è sottoposta Eluana, in attesa che il Parlamento – nelle cui fila si è già appalesata un'ampia maggioranza in sintonia con la maggioranza che vi è nel Paese – possa pronunciarsi su un'adeguata legge.
Siamo certi che Ella non rimarrà insensibile al nostro appello.
Primi firmatari:

Roberto FormigoniGiancarlo CesanaFrancesco Cossiga
Vittorio FeltriMario GiordanoDino Boffo
Giorgio VittadiniMaurizio GasparriFabrizio Cicchitto
Rocco ButtiglionePaola BinettiAntonio Baldassarre

I moduli compilati e firmati devono essere inviati via fax al numero: 02 66.98.39.99
Firma anche tu questo appello:

http://www.appelloanapolitano.enter.it/

mercoledì 4 febbraio 2009

dall'amico Paolo Gulisano Presidente del Cav di Lecco

La Notte degli imbrogli

Ricordate il Capitolo 8° dei Promessi Sposi? Era quello della notte degli imbrogli. Ieri sera Lecco è stata il teatro di una notte di incredibili imbrogli. Innanzitutto un imbroglio nei confronti di ciò che è la Medicina, l’Assistenza Sanitaria, la professione del prendersi cura dei malati.

Sono medico da oltre vent’anni, e mai avrei immaginato un giorno di assistere alla scena di cui sono stato testimone ieri sera: un’ambulanza della Croce Rossa Italiana che preleva una paziente disabile per portarla incontro ad un destino che dovrebbe essere quello della morte per inedia, per fame e per sete. Dico “dovrebbe” non solo perché continuo a sperare insieme alle migliaia di persone che sono vicine ad Eluana con tutta la loro solidarietà, ma anche perché- paradossalmente o forse ipocritamente—la struttura assistenziale di Udine che si è resa disponibile per procedere alla soluzione finale di Eluana ha dichiarato ben altri intenti. Il piano assistenziale formalmente dichiarato dalla struttura la Quiete e avallato dall’Asl di Udine infatti prevede, testualmente, di fornire adeguata assistenza alla persona di Eluana Englaro. Quale sarebbe dunque questa adeguata assistenza? La deprivazione di alimentazione e idratazione? L’inganno è anche far credere all’opinione pubblica che possano esistere delle zone franche del servizio sanitario dove le norme etiche e deontologiche che riguardano l’assistenza ai malati possano non valere.

La struttura La Quiete dovrà rispondere penalmente delle sue azioni.

La notte di ieri ha visto l’esito infelice di tanti altri imbrogli: quello di aver fatto a lungo credere che Eluana sia attaccata ad una spina, che Eluana sia una sorta di morta vivente, a dispetto delle testimonianze anche recentissime che parlano di una persona con gli occhi aperti, che respira autonomamente, in uno stato che persino il sanitario di riferimento degli Englaro, Defanti, ha definito “stato di vigilanza”, pur senza consapevolezza, aggiunge il Defanti, il che è in realtà tutto da dimostrare. L’inganno di aver spacciato per sedicente volontà di Eluana una frase buttata là nell’adolescenza riguardante le condizioni di coma, e come d’incanto ci si è ritrovati con una specie di testamento biologico espresso però da terzi, da chi afferma di dover adempiere ad un patto di sangue e onore, una terminologia che suscita di per sé orrore.

L’inganno verso le leggi della Costituzione italiana, verso la Carta dei Diritti del malato dell’ONU, oltrepassate con disinvoltura da giudici sordi a qualunque appello, a qualunque richiesta di prendere atto delle reali condizioni di una paziente disabile.

Ma accanto a tutto ciò, vorrei rendere testimonianza della straordinaria prova di coraggio civile di chi ieri sera ha affrontato la terribile serata fuori dalla Casa di Cura Beato Talamoni, persone che sono accorse spontaneamente non appena la notizia che Eluana sarebbe stata prelevata aveva iniziato a circolare; persone normali e Amministratori Pubblici l’uno affianco all’altro, chi a pregare, chi a reggere un cartello, chi ad abbracciare disperatamente il cofano del mezzo per impedire che portasse via Eluana, prima di essere trascinato via dalle forze dell’ordine, chi semplicemente a dire con la propria presenza che la vita umana è sacra e va rispettata.

La testimonianza più intensa e commovente è stata quella data da Giuseppe Colombo, 93 anni, il Maestro Colombo che tutti i lecchesi conoscono e hanno conosciuto, una delle figure più alte e nobili della nostra città. Alla 1,15, mentre l’ambulanza venuta da Udine stava per fare il suo ingresso nella Casa di Cura, l’anziano maestro ha risalito a passi lenti Via san Nicolò, e si è fatto avanti con il suo volto di gentilezza e di bontà tra i sostenitori della vita e gli agenti della Questura che avevano avuto l’ordine di far passare ad ogni costo il convoglio della morte. Questo uomo anziano e fragile che si è posto davanti al grosso automezzo della CRI ha mostrato tutto il coraggio civile, la forza, la dignità di chi sta dalla parte dell’uomo, e per un attimo la piccola figura del vecchio maestro ha ricordato a chi era presente il giovane cinese che oppose la sua persona ai carri armati di Piazza Tien an men, cercando di sbarrare la strage all’ingiustizia e all’orrore.

Chi ieri sera ha assistito a tutto questo, nella nuova notte degli imbrogli di Lecco, ha ricevuto una straordinaria lezione, che non dimenticherà e che- ci auguriamo- darà frutti in questa battaglia di civiltà per Eluana e contro l’eutanasia.

Paolo Gulisano

lunedì 2 febbraio 2009

Pensieri di bambini per la Giornata per la vita 2009




La culla per la vita prende il volo

Giornata per la vita 2009

C.S.: ATTIVITA' DEL CENTRO DI AIUTO ALLA VITA DI ROMA PER LA 31MA GIORNATA PER LA VITA - DOMENICA 1 FEBBRAIO 2009

Il Centro aiuto alla vita di Roma, nell'anno del suo Decennale, ha organizzato una serie di iniziative interessanti e particolari, a cominciare da una presenza territoriale durante la prossima 31ma giornata per la vita che si svolgerà domenica 1 febbraio.

"I nostri volontari saranno presenti in 12 parrocchie - ha comunicato il neo Presidente Giorgio Gibertini - ed alla mattina vi sarà la benedizione delle mamme in attesa, alcune danze per la vita, banchetti con lancio di palloncini che sorreggono una culla, e nel pomeriggio avremo momenti di approfondimento e testimonianza"

Le parrocchie che collaborano direttamente col Centro di aiuto alla vita di Roma sono:
San Timoteo in via Apelle 1, San Pio da Pietrelcina via De Lillo 97,San Leonardi in Acilia via Antonelli 1, Spirito Santo via Rocco Scodellaro 11, Cappellania S. Eugenio Piazzale Umanesimo 10, Gesù Divin Salvatore via Romolo Giliozzi 31,San Giusepep da Copertino via dei Genieri 12, Santi Pietro e Paolo Piazza Santi Pietro e Paolo 8,San Giovanni Antida via Ferruzzi 110,Santa Paola Romana via Duccio Galimberti 9,San Vigilio via Paolo di Dono 218,Sacra Famiglia al Portuense via Tajan 10.
"In occasione della Giornata per la vita - ha continuato Gibertini - presenteremo pure la nuova maglietta ed il logo del decennale con il giornalino appositamente stampato. (vedi allegato). Nel logo del decennale è richiamato il logo del nostro centro e sulla maglietta giochiamo con l'acronimo Cav e chi indosserà la maglietta sarà un Cavaliere della vita".
Il nuovo direttivo del Centro di aiuto alla vita ha appena approvato una proposta Gibertini per cercare una nuova sede su Roma, per aprire una ruota degli esposti, per installare un monumento sepolcrale presso i cimiteri romani e dare degna sepoltura ai bambini abortiti.
"Oltre a queste iniziative specificate nel nostro giornalino - ha concluso Gibertini - ci tengo a sottolineare che in questi dieci anni abbiamo aiutato 226 bambini a nascere strappandoli dall'aborto e che presto apriremo anche il servizio di aiuto psicologico per le mamme che hanno abortito"

info Gibertini Giorgio 3891985056
www.cavroma.org

Nuovo presidente

L'assemblea del Centro di Aiuto alla vita di Roma, riunitasi in data 12 gennaio 2009, ha nominato il dott. GIORGIO GIBERTINI nuovo Presidente del Centro.