Il diritto alla vita:una riflessione spirituale sull' aborto e religione cristiana.
di CARLA COLANTONI
L'aborto procurato,o l'interruzione volontaria della gravidanza e'puro omicidio. Ci troviamo di fronte a quella che puo'definirsi struttura di peccato contro la vita umana. In Italia,sono stati legalizzati circa 3.818.000 aborti ai quali si aggiungono oltre 840.000 aborti clandestini. E' una questione di mentalita'sociale,che,impone a far credere a queste donne di dover commettere tale delitto per la mancanza di denaro,di pura fede morale,cristiana.La questione piu'grave,poi,e'che a decidere della morte del bambino ancora non nato,accanto alla madre ci sono spesso altre persone:innanzitutto puo'essere colpevole il padre stesso,la famiglia in generale,gli amici,poi responsabili di cio'sono soprattutto i medici con il personale sanitario,legislatori,che hanno permesso tali leggi abortive,insomma tutte persone di fiducia che,decidono nella stessa maniera,valutando l'apparenza,influenzando sempre piu'la decisione della madre.Ma la vita di un bambino innocente cosa c'entra in tutto questo?I bambini sono gli angeli di Dio,sono la luce per dover nascere,portare gioia,cambiamenti alla vita stessa!Ma veniamo al dunque,pensiamo ad esempio a una ragazza che dovesse scoprirsi incinta dopo aver subìto una violenza carnale,oppure ad una famiglia disagiata che si dovesse trovare di fronte ad una gravidanza inaspettata,o ancora ad una donna che dovesse scoprire di portare in grembo un feto gravemente malformato.Sono indubbiamente dei casi di disagio,e'innegabile,ma neanche in queste situazioni estreme possiamo permetterci di decidere della sorte di una vita innocente,perche'si stara'sempre male in tutte due casi,sia nell'abortire che nel non abortire.Piuttosto che ricorrere all'aborto,uccidendo la natura stessa:ci si puo'avvalere del diritto di partorire l'anonimato per poi dare il bimbo in adozione. Ecco,bisogna saper veramente distinguere il bene dal male,perche'ci si crede di far del bene,pensando in modo egoistico a se stessi,quindi,salvando la propria di vita,mentre se ne sta uccidendo un'altra piu'importante perche'dentro al proprio corpo,dello stesso sangue!Si credera'poi di star meglio,ma sara'l'inizio del tormento,la via che portera'all'inferno della totale depressione e disperazione.Solo il bambino muore,questo e'vero,ma la madre vivra'tra continui sensi di colpa,tormenti,senza piu' fede in Dio,senza alcuna educazione morale. Gente,si dice di aver fede,di credere,si va a messa,in chiesa..ma non basta.Dio non ascolta le preghiere per far si che la propria vita sia facile,ma ognuno ha un proprio cammino spirituale:il cammino delle prove della vita,che,bisognera'affrontare,quindi,nel caso della gravidanza,far nascere perche'poi sara'il destino a dare una sua risposta naturale. Se si ha realmente fede non si ha timore nè paura di nulla. Non si toglie una vita per paura di farla nascere!!! "Un'aborto costituisce una colpa grave.La Chiesa sanziona con una pena canonica di scomunica tale delitto contro la vita umana.Chi procura l'aborto,se ne consegue l'effetto,incorre nella scomunica:latae sententiae.La Chiesa non intende in tal modo restringere il campo della misericordia.Essa mette in evidenza la gravita'del crimine commesso,il danno irreparabile causato all'innocente ucciso,ai suoi genitori e a tutta la societa'(dal Catechismo della Chiesa cattolica,2272).
Occorre quindi davvero farsi un'esame di coscienza e a battersi,d'ora e in poi.