«Il Comune è troppo lento ad aiutare le mamme Fino ai sei mesi non vengono erogati contributi»
DA ROMA
N on siamo mai stati convocati né dal Comune, né dal delegato del sindaco per la vita, eppure «sono due anni che sulle loro scrivanie c’è il report del Cav con un progetto per la maternità». Giorgio Gibertini, responsabile del Centro di aiuto per la vita della Capitale è cosciente che le problematiche di Roma siano frutto di una politica nazionale carente nei confronti della maternità. La giunta Alemanno ha creato un referente per la vita che ha un budget sostanzioso (100mila euro annui) ma, precisa Gibertini, «come è utilizzato non è dato saperlo. Inoltre non ci ha mai convocato e siamo una delle associazioni che sul territorio si occupa di questo. Eppure si potrebbe lavorare insieme».
Il Comune prevede un contributo per madri nubili, un assegno maternità alla nascita del bambino e ha attivato anche una carta bimbo con sconti su prodotti neonatali e farmaci. «Sono tuttavia inaccessibili – sottolinea Gibertini –, c’è una procedura così complicata e lunga che stride con l’urgenza che vive una mamma in difficoltà. Noi le mamme le aiutiamo, con quel poco che abbiamo, subito». Per l’assegno alle ragazze madri, quello che in sostanza chiede Teresa, si fa riferimento alla delibera comunale 154/1997 che recita: «Il contributo economico viene erogato semestralmente». In più, «è possibile usufruire di interventi assistenziali di natura economica, motivati e condivisi con un progetto sociale, per 12 mesi». Ma a far riflettere è soprattutto un particolare. La richiesta di contributo parte «presentando un certificato di gravidanza dal sesto mese di gestazione in poi». Il che significa, per logica, che Teresa non avrà alcun aiuto prima della nascita del suo Francesco.
«Da noi Teresa – continua Gibertini – in ventiquattro ore ha avuto una risposta. La ragazza indecisa che si sente dire che potrebbe forse accedere agli aiuti, che dovrà esserci un progetto, che le faranno sapere, è ovvio che pensi di abortire». Le forme di aiuto, in sostanza, devono essere più immediate, perché sottolinea Gibertini, «anche poche centinaia di euro al mese sono quella carezza economica di cui una mamma in difficoltà ha bisogno subito». Per una buona politica nel sociale, «la discriminante dovrebbe essere: quanti bambini avete salvato? Noi qui 240, più fondi non ne abbiamo», confessa. Sul territorio nazionale tuttavia ci sono tante realtà che come noi operano nel settore, conclude, «un politico oculato chiamerebbe loro per fare una rete di interventi».
Alessia Guerrieri
Il Campidoglio prevede contributo per madri nubili, un assegno alla nascita del piccolo e una card per sconti