martedì 7 settembre 2010

Intervista al Presidente Gibertini su Avvenire

«Il Comune è troppo lento ad aiutare le mamme Fino ai sei mesi non vengono erogati contributi»
DA ROMA

N on siamo mai stati convocati né dal Co­mune, né dal delegato del sindaco per la vita, eppure «sono due anni che sulle lo­ro scrivanie c’è il report del Cav con un proget­to per la maternità». Giorgio Gibertini, respon­sabile del Centro di aiuto per la vita della Capi­tale è cosciente che le problematiche di Roma siano frutto di una politica nazio­nale carente nei confronti della ma­ternità. La giunta Alemanno ha crea­to un referente per la vita che ha un budget sostanzioso (100mila euro annui) ma, precisa Gibertini, «come è utilizzato non è dato saperlo. I­noltre non ci ha mai convocato e sia­mo una delle associazioni che sul territorio si occupa di questo. Ep­pure si potrebbe lavorare insieme».

Il Comune prevede un contributo per madri nu­bili, un assegno maternità alla nascita del bam­bino e ha attivato anche una carta bimbo con sconti su prodotti neonatali e farmaci. «Sono tut­tavia inaccessibili – sottolinea Gibertini –, c’è u­na procedura così complicata e lunga che stri­de con l’urgenza che vive una mamma in diffi­coltà. Noi le mamme le aiutiamo, con quel po­co che abbiamo, subito». Per l’assegno alle ra­gazze madri, quello che in sostanza chiede Te­resa, si fa riferimento alla delibera comunale 154/1997 che recita: «Il contributo economico viene erogato semestralmente». In più, «è pos­sibile usufruire di interventi assistenziali di na­tura economica, motivati e condivisi con un pro­getto sociale, per 12 mesi». Ma a far riflettere è soprattutto un particolare. La richiesta di con­tributo parte «presentando un certificato di gra­vidanza dal sesto mese di gestazione in poi». Il che significa, per logica, che Teresa non avrà al­cun aiuto prima della nascita del suo Francesco.

«Da noi Teresa – continua Gibertini – in ventiquattro ore ha avuto una risposta. La ragazza indecisa che si sente dire che potrebbe forse acce­dere agli aiuti, che dovrà esserci un progetto, che le faranno sapere, è ovvio che pensi di abortire». Le for­me di aiuto, in sostanza, devono es­sere più immediate, perché sottoli­nea Gibertini, «anche poche centinaia di euro al mese sono quella carezza economica di cui una mamma in difficoltà ha bisogno subito». Per u­na buona politica nel sociale, «la discriminante dovrebbe essere: quanti bambini avete salvato? Noi qui 240, più fondi non ne abbiamo», con­fessa. Sul territorio nazionale tuttavia ci sono tante realtà che come noi operano nel settore, conclude, «un politico oculato chiamerebbe lo­ro per fare una rete di interventi».

Alessia Guerrieri

Il Campidoglio prevede contributo per madri nubili, un assegno alla nascita del piccolo e una card per sconti