Che brutta Italia, quella in cui si festeggia un nuovo “rivoluzionario” metodo per sopprimere la vita. Fugati i dubbi sulla pericolosità di questa pillola, e spero sia davvero così altrimenti l’Aifa avrebbe delle responsabilità enormi sulle potenziali conseguenze per le donne italiane, resta la totale negatività del messaggio culturale ricompreso nella diffusione della Ru 486. Continuiamo a preoccuparci politicamente ed a speculare economicamente su come impedire la vita nella maniera più redditizia, comoda ed indolore possibile, piuttosto che occuparci seriamente di come favorirla. Non credo sia questo il testimone migliore da lasciare in eredità alle giovani generazioni.
giorgia meloni
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