domenica 17 luglio 2011

Lettera ai presidenti


Alla cortese attenzione dei MpV e  dei  CAV.
 
 
Il 18 giugno 2011 a Torino, Carlo Casini ha costituito una  federazione  con alcuni MpV e CAV del Piemonte,  nonostante esista già in Piemonte, dal 1991, una federazione regionale  attiva, impegnata, culla di  numerose  iniziative per la vita, a livello  culturale,  sociale,  e di   collaborazione con le  Istituzioni.
Un atto gravissimo, che lascia sgomenti,  perchè compiuto in spregio  ad ogni regola di democrazia, ad ogni istanza di diritto ( ancora nell'ultima assemblea regionale il direttivo in carica era stato confermato a larghissima maggioranza), e al rispetto per le persone.
 
Come è scritto nella lettera  allegata,  inviata ai presidenti dei MpV e CAV   di Federvita Piemonte,  tutta la vicenda  vede in gioco non tanto l'appartenenza al  Comitato Verità e Vita di alcuni membri  del direttivo di federvita  Piemonte e dei CAV e MpV piemontesi  (ma è un delitto?)  quanto  il modo  di concepire l'appartenenza al Movimento per la Vita, il modo di essere Movimento per la Vita.
E' evidente che per Carlo Casini l'unico modo possibile  di far parte del Movimento per la vita è quello di uniformarsi  acriticamente e in silenzio  a quanto da lui deciso.
Bandita dal Movimento per la Vita  la ricchezza dei carismi, della differenza  di stile nell'annuncio della verità sull'uomo, del  diverso angolo di visuale, della diversa opinione  sulle strategie  da impiegare  per  perseguire gli obiettivi definiti dallo statuto. Tutto ciò che nel volontariato è ricchezza,  fermento per  rinnovarsi e mantenere  accesi  impegno e volontà,  in questo  Movimento per la vita  oggi non  trova più posto.
 Il Presidente Casini, in politica da decenni,  ha inevitabilmente introdotto nel MpV  logiche, prassi, procedure di tipo  partitico:  come il segretario di un qualunque partito politico, impegnato a conseguire voti e consensi elettorali,  decide che occorrono  uniformità e obbedienza  alle linee da lui indicate.
Chi non è d'accordo può andarsene.
  Che  queste linee siano poi le migliori  e le più efficaci  a salvaguardare la vita dell'uomo, non è detto.
Dimostra anzi il contrario la vicenda della legge 40/2004 sulla fecondazione  artificiale: una legge voluta, promossa  dal Presidente Casini e smantellata non tanto  dalle sentenze "creative" di certi  giudici,  quanto dalla sentenza n. 151 della Consulta che ha trovato  all'interno della legge stessa la contraddizione a quel principio di tutela dell'embrione,  tanto sbandierato, enunciato  nell'art.1 della stessa legge.
 Come puntualmente era stato previsto da chi, a proposito di questa legge,   non era d'accordo con lui.
 Accadrà  lo stesso,  purtroppo,  per la legge sulle DAT.
 
Chi  ama il Movimento per la Vita ed ha assistito in questi anni  al suo progressivo inaridimento, al proliferare di iniziative irrilevanti   e poco incisive nell'ostacolare la cultura della morte che avanza senza argini,  chi  è consapevole  che ormai è solo il grande cuore dei CAV che  pulsa e continua a strappare  bambini all'aborto,  non può non essere turbato.
 
La vicenda del Piemonte,  per quanto gravissima e penosa per  tutti i volontari che  l'hanno subita ,  è solo in definitiva un sintomo del malessere  che  attraversa il Movimento per la vita al quale occorrono,  per sopravvivere  e per riprendere  il suo ruolo  di sentinella della vita, di  grillo  parlante  ,  come diceva  Francesco Migliori, primo e indimenticabile   presidente,  un severo esame sulle cause  dell’affievolirsi del  suo impegno  nella proclamazione della verità e un   rinnovamento  che   ridia slancio  e vigore alla sua mission .
 
                                                                                 Marisa Orecchia