Le femministe dovrebbero essere contente. Le donne che hanno lottato per la libera scelta della maternità e, quindi, per leggi che garantissero anche l’aborto a chi non poteva o non voleva fare un figlio, non possono non osservare con soddisfazione un cambiamento nel modo in cui le giovani donne oggi intendono esercitare questa scelta. Mentre fino a qualche anno fa libera scelta significava per molte possibilità di abortire, oggi significa all’opposto possibilità e libertà di essere madri.(...)
gli ostacoli che la maternità incontra, il fatto che di figli se ne possono fare pochi e con difficoltà, insieme alla consapevolezza che gli anticoncezionali possono essere liberamente usati e che (ed è importante) abortire è possibile, c’è una legge che lo garantisce, l’ha resa preziosa, oggetto di intimo desiderio, obiettivo fortemente perseguito perché, esso sì, negato e, comunque, mai aiutato. Per questo ha acquistato in questi anni un aspetto eversivo. Per questo quando arriva se ne coglie prima l’aspetto di rottura, di diversità e di libertà. Per questo l’aborto viene visto come un triste adeguamento alla realtà e non, come fino a qualche tempo fa, una ribellione a essa. Il simbolico femminile è cambiato, anche se la realtà ne appare poco influenzata. E questo è comunque un bel risultato per chi molti anni fa ha lottato per la libera scelta delle donne.
Ritanna Armeni