Famiglia: Cav, difesa della vita «senza compromessi»
Per il decennale del Centro assegnati i premi "Roma è vita" a cinque personalità, tra cui monsignor Fisichella: «Ogni embrione deve avere uguale dignità di ogni persona» di Graziella Melina
Diritto d'asilo... nido: le mamme scendono in piazza da Redattore Sociale
«Ogni embrione deve avere uguale dignità di ogni persona». Perché «questa dignità gli viene data dal fatto stesso di essere vita umana». Pertanto, in nome di quali principi «si può discriminare una persona fin dall’inizio, in base alla bellezza, o all’essere sano o malato?». E ancora: «La stessa scienza viene utilizzata contro l’esperienza della vita. E quella tecnica che dovrebbe arrivare a fornire un aiuto alla vita stessa, diventa contraddittoria fino a portare alla selezione eugenetica». Monsignor Rino Fisichella, presidente della pontificia Accademia per la Vita, lunedì (25 maggio) durante la celebrazione per il decennale del Centro di Aiuto alla Vita (Cav) di Roma, nella parrocchia dello Spirito Santo, lo dice chiaramente: «Oggi siamo in prima linea per difendere la vita. Non ci arrenderemo mai. Questa è la nostra testardaggine, non scenderemo a nessun compromesso».
Il richiamo è rivolto ad ogni cristiano, che è chiamato, appunto, ad essere «testimone della sacralità dell’esistenza». «La vita - spiega monsignor Fisichella durante l’omelia - è un fatto visibile, non è un concetto astratto. È ciò che noi tocchiamo, vediamo. In questa vita Dio si è voluto rendere partecipe, si è fatto visibile all’interno del nostro corpo. Nell’accoglienza della vita noi in primo luogo attestiamo il fondamento e l’originalità della nostra fede. Dio ha assunto la natura umana. Ogni vita proviene da Dio».
Dietro la scelta dell’aborto, ricorda poi monsignor Fisichella, c’è spesso il dramma della solitudine. «Del non sentirsi preparati, del venire giudicati, del non ritrovarsi in un contesto sociale in cui si viene aiutati nelle esigenze basilari». Ma «quando una donna percepisce che dentro di sé sta portando una nuova vita, ciò che sente è certamente qualche cosa che la sta superando». Perché, a differenza degli animali, «noi viviamo con la consapevolezza, con la coscienza di quello che ci capita. E siamo chiamati a darne un senso».
Quindi un ringraziamento ai membri del Centro di aiuto, «che hanno consentito di esprimere al meglio il dono della vita». Nei dieci anni di attività del Cav, che aiuta le mamme prima e dopo il parto, come spiega il presidente Giorgio Gibertini, sono stati ben 226 i bambini venuti alla luce e 303 le mamme assistite. Alla base delle richieste di aiuto: la mancanza di alloggio (13%), le difficoltà economiche (23%) e la disoccupazione (15%). Nel 2008 la richiesta di alloggio è aumentata del 180% rispetto al 2007. Le fasce d’età delle donne che si sono rivolte nel decennio al Cav sono soprattutto quella che va dai 25-29 (30%), 30-34 (24%). Il 45% del totale ha una cultura medio-alta (media superiore o professionale).
Nel corso dei festeggiamenti per il decennale, il Centro ha assegnato il premio “Roma è vita” a cinque persone che si sono distinte per l’aiuto alla vita. Il riconoscimento è andato a monsignor Fisichella, al sindaco Gianni Alemanno, al giornalista Magdi Cristiano Allam, a Miranda Lucchini, presidente del Cav fino a gennaio di quest’anno, e a Francesco Ognibene, giornalista di Avvenire. «Tutti ci siamo battuti e ci battiamo quotidianamente - commenta Ognibene - per difendere le ragioni della vita umana, della dignità, dell’uguaglianza, perché non c’è niente di peggio che discriminare il più fragile degli uomini, l’embrione, o i più fragili fra gli uomini, quelli che sono appunto verso la fine della loro vita. È una sopraffazione vera e propria contro la quale noi di Avvenire continuiamo ad impegnarci per dare la parola al popolo della vita, fargli trovare una voce che non viene ascoltata quasi mai».
26 maggio 2009
http://www.romasette.it/modules/news/article.php?storyid=4894
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