domenica 25 dicembre 2011

AUGURI "SCOMODI" PER IL NUOVO ANNO



       
             Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo se vi dicessi "Buon Natale" senza 
darvi disturbo. Io, invece, vi voglio infastidire. Non sopporto, infatti, l'idea di dover 
rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario. Mi lusinga 
addirittura l'ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati.
        Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli! Gesù che nasce per amore vi dia la 
nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali e vi conceda di inventarvi una 
vita ricca di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio.

        Il Bambino che dorme  sulla paglia vi tolga il sonno e vi faccia sentire il guanciale del 
vostro letto duro come un macigno, finchè non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a 
un marocchino, a un povero di passaggio.
       Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera 
diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del 
prossimo, strumento delle vostre scalate.
       Maria, che trova nello sterco degli animali la culla dove deporre con tenerezza il 
frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di 
tutte le nenie natalizie, finchè la vostra coscienza ipocrita accetterà che il bidone della 
spazzatura, l'inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita 
soppressa.
          Giuseppe, che nell'affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni 
paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, 
provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete 
mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro 
figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro.
        Gli angeli che annunciano la pace portino ancora guerra alla vostra sonnolenta 
tranquillità incapace di vedere che poco più lontano di una spanna, con l'aggravante del 
vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfratta la gente, si fabbricano armi, 
si militarizza la terra degli umili, si condannano popoli allo sterminio della fame.
        I poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell'oscurità e la città 
dorme nell'indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere "una gran luce" dovete partire dagli ultimi. Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono 
tranquillanti inutili. Che le pellicce comprate con le tredicesime di stipendi multipli fanno 
bella figura, ma non scaldano. Che i ritardi nell'edilizia popolare sono atti di sacrilegio, se 
provocati da speculazioni corporative.
        I pastori che vegliano nella notte, "facendo guardia al gregge", e scrutano l'aurora, vi 
diano il senso della storia, l'ebbrezza delle attese, il gaudio dell'abbandono in Dio. E vi 
ispirino il desiderio profondo di vivere poveri, che è poi l'unico modo per morire ricchi.
        Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza.
                                                                                                          Don Tonino Bello