martedì 14 febbraio 2012

Introduzione di Giorgio Gibertini al teatro L'amico con la elle maiuscola

Gli attori - foto A. Morelli
Tempo fa ebbi occasione di vedere le rappresentazioni teatrali di questo oratorio, contattai il regista Vincenzo Ricciardi e ci venne in mente di adattare al palcoscenico il mio romanzo “L’amico con la Elle maiuscola” pubblicato nel 2009 da Fede e Cultura. 
Un romanzo che si legge tutto d’un fiato e che per il suo contenuto ti lascia un certo indolenzimento sullo stomaco non è certo l’ingrediente principale per tentare un adattamento teatrale. 
Il tema della vita e della morte è un classico nella drammaturgia internazionale, ma diventa tabù se inserito nel contesto della società contemporanea programmata alla ricerca del successo, del benessere come se fossimo immortali.
Scena finale - foto A. Morelli
Ma talvolta succede qualcosa che interrompe la corsa, a tal proposito chi non ricorda il discorso di Steve Jobs pronunciato poco tempo prima di morire e trasmesso dalle TV di tutto il mondo? 
Con queste premesse a Vincenzo è venuta l’idea di ispirarsi all’esperienza del “teatro canzone”, derivante da una evoluzione “impegnata” del cabaret già rivisitato nel “sociale” da Enzo Jannacci e lanciato da Sandro Luporini e Giorgio Gaber. 
Solo alcuni titoli: Lo Shampoo, il signor G, Libertà obbligatoria, Far finta di essere sani, Anche per oggi non si vola ecc. 
Una legge degli anni 90 riconosce il teatro canzone come bene culturale. 
In quegli spettacoli venivano “cantate” le contraddizioni sociali, culturali e politiche degli anni settanta. 
L'opera con cui questo genere artistico andava in scena fondeva la musica al teatro: nel teatro canzone il testo, la musica e alcune canzoni sono veri e propri macro-testi, i monologhi, le luci, contribuiscono ad allargare la tensione emotiva strutturandosi, grazie alla loro combinazione, in una rappresentazione che lega la storia all'approccio dialogico con lo spettatore affrontando tematiche di forte impatto sociale e culturale. 
Gibertini ed il regista Ricciardi -
Foto A. Morelli

Tale completamento tra azione scenica musica e canzoni era già consolidato da secoli nella struttura del melodramma, e poi dell’operetta e del musical, ma erano legati all’intreccio di una storia, il nuovo nel teatro canzone è la rappresentazione dell’idea, della vita con le sue problematiche e contraddizioni. Speriamo di esserci riusciti.
Vi auguriamo un buon divertimento e vi preghiamo di spegnere i cellulari.