''In riferimento alla richiesta della vedova di un caduto di Nassirya, donatrice nel 2002 di cinque embrioni oggi congelati in una clinica di Roma, di destinarli alla ricerca scientifica, ritengo abbia fatto bene la struttura a negare questa possibilita'''. Cosi' Stefano De Lillo, senatore Pdl.
''La clinica non ha fatto altro che agire cosi' come previsto dalle legge n. 40 e nel rispetto del diritto costituzionale, del valore assoluto della vita e dell'embrione come essere unico e irripetibile - aggiunge De Lillo -. Ancor piu' assurda sembra la notizia della donatrice di voler ricorrere alla Corte europea di Strasburgo per la difesa dei diritti dell'uomo. Oltre alla gravita' di voler utilizzare un essere vivente per scopi scientifici, vi e' ancora una dilagante ignoranza sull'utilizzo di grande successo delle cellule staminali del sangue del cordone ombelicale, del tessuto mesenchimale o di quello adiposo adulto per tali finalita', senza dover ricorrere agli embrioni. Siamo pronti a intervenire sulla Corte europea, in qualunque sede giudiziaria, a difesa di questi individui originali''.