mercoledì 26 ottobre 2011

Al mercato cinese dei bambini un uomo nasce, l’umanità muore


​Sembra una storia oltre i confini del credibile. Ma lo Shangai Daily è un rispettabile quotidiano che racconta la Cina in lingua inglese. E l’altro ieri riportava la notizia di un nuovo business fiorente laggiù, complice probabilmente la favolosa crescita dell’economia cinese. Dunque, si sa che in Cina ci sono limiti di legge al numero dei figli, e che la figlia femmina è tradizionalmente considerata un peso, così che si pratica l’aborto selettivo. Ma ciò di cui riferisce lo Shangai Daily è un passo oltre.
Chi vuole a ogni costo un erede maschio, e ha tanti soldi, può averlo, promettono on line diverse agenzie di maternità surrogata. Dunque, il donatore fornisce il suo seme, e paga: un milione di yuan, circa 100 mila euro. In cambio, con quel seme vengono fecondate contemporaneamente cinque o anche sette donne.

martedì 25 ottobre 2011

Aborto, l'impunità è un errore

di Mario Palmaro
Con l’aborto si uccidono esseri umani innocenti. Per sentirsi dire parole così dure e così schiette alle 8 e trenta della sera, sulla rete più importante del servizio pubblico, c’è voluto il coraggio un po’ incosciente, la sfrontatezza diremmo, di Giuliano Ferrara. A lui va una menzione d’onore per questa autodeflagrazione mediatica, questa vera e propria esplosione che ha investito l’etere l’altra sera, durante il consueto breve spazio di Radio Londra su Rai 1.
Prendendo spunto dalla sentenza della Corte di Giustizia europea contro i brevetti ottenuti da esperimenti su embrioni, il direttore del Foglio ha lanciato un’invettiva lucida e spietata contro l’aborto: se i giudici della corte dicono che l’embrione è fin dagli albori un essere umano – questo il ragionamento di Ferrara – allora significa che con l’aborto noi continuiamo per legge a uccidere – ma il direttore del Foglioha detto “ammazzare” – delle persone innocenti.

venerdì 21 ottobre 2011

Basta con l'aborto


E adesso che facciamo? La massima corte di giustizia europea ha stabilito che l’embrione umano, perfino prima di essere compiutamente un embrione fecondato, non può essere manipolato e brevettato da ricercatori e scienziati.

«L'embrione è un essere umano, ora deve capirlo la politica»

Carlo Bellieni, docente di neonatologia all’Università di Siena, spiega a Tempi.it l'importanza della sentenza della Corte di giustizia europea che riconosce gli embrioni come esseri umani: «La sentenza dice una cosa che sanno tutti i bambini: la vita umana comincia con l’atto procreativo»
Su espresso ricorso degli ecologisti diGreenpeace, la Corte di Giustizia europea ha emesso la sentenza in cui dichiara che "l’embrione è qualunque ovulo umano fin dalla fecondazione e perciò si esclude ogni brevettabilità o commercializzazione".

giovedì 20 ottobre 2011

Qui Radio Londra: " L' aborto brucia la coscienza dell' Europa "


«Riprogrammare le cellule decisivo anche per l’industria»


Alla fine la tanto attesa risposta della Cor­te di giustizia europea in merito alla bre­vettabilità delle cellule embrionali u­mane è arrivata: non è brevettabile un procedi­mento che, ricorrendo al prelievo di cellule sta­minali ricavate da un embrione umano allo sta­dio di blastocisti, comporta la distruzione del­l’embrione stesso. È l’ultimo passaggio della con­troversia legale iniziata quando Greenpeace nel 1999 denunciò l’ottenimento di un brevetto da parte del neuropatologo tedesco Oliver Brüstle per produrre cellule neurali da staminali em­brionali umane di una linea stabilizzata e com­mercialmente disponibile.

Una «pietra miliare» nella protezione dell’uomo




La Comece (Commissione degli episcopati della Comunità europea) ha naturalmente accolto con compiacimento e sollievo la sentenza emessa dai giudici di Lussemburgo, e non esita a parla di una «pietra miliare nella protezione della vita umana nella legislazione comunitaria, che avrà molto probabilmente un impatto positivo in concreti campi, come il finanziamento della ricerca nell’Ue».

La Ue: stop ai brevetti sugli embrioni



http://www.avvenire.it/Mondo/PublishingImages/ImmaginiArticolo/embrioni%2090x90.jpg
Non è brevettabile un procedimento che, ricorrendo al prelievo di cellule staminali ricavate da un embrione umano nello stadio di blastocisti, comporta la distruzione dell'embrione. L’utilizzazione per finalità terapeutiche o diagnostiche che si applichi all’embrione umano e sia utile a quest’ultimo può essere oggetto di brevetto, ma la sua utilizzazione a fini di ricerca scientifica non è brevettabile. È questo in sintesi il parere espresso questa mattina nella sentenza sul caso C-34/10 dalla Corte di giustizia dell’Unione europea. La Corte di Lussemburgo era chiamata ad esprimersi in merito alla domanda di pronuncia pregiudiziale presentata dalla Corte federale tedesca di Cassazione (Bundesgerichtshof) cui si era appellato il ricercatore tedesco Oliver Brüstle dopo la dichiarazione di nullità di un suo brevetto, relativo alla produzione di cellule progenitrici ricavate da cellule staminali embrionali umane, da parte del Tribunale federale tedesco competente (Bundespatentgericht), sulla base di un ricorso presentato dall’associazione Greenpeace. Lo scorso 10 marzo l’avvocato generale della Corte, Yves Bot, al termine della sua istruttoria aveva confermato la nullità del brevetto ribadendo la “non brevettabilità” delle cellule staminali embrionali.

mercoledì 19 ottobre 2011

L'uomo (embrione) non si può brevettare: quindi neanche abortire!

la mia prima foto
Molti esultano oggi per il doppio successo ottenuto dalla "vita" (non da noi poveri cavalieri per la vita) e proveniente dalla Corte di Giustizia Europea che in poche parole dice queste due cose:
1. Non è brevettabile un procedimento che, ricorrendo al prelievo di cellule staminali ricavate da un embrione umano nello stadio di blastocisti, comporta la distruzione dell'embrione. L’utilizzazione per finalità terapeutiche o diagnostiche che si applichi all’embrione umano e sia utile a quest’ultimo può essere oggetto di brevetto, ma la sua utilizzazione a fini di ricerca scientifica non è brevettabile.
2. Inoltre la sentenza si spinge oltre evidenziando il fatto che «non possa

mercoledì 12 ottobre 2011

La ragazza madre che ha dato la vita a Steve Jobs

Come a dire: Mio Dio, vengo su e
ci sentiamo un po' di musica assieme?
In questi giorni tantissimi hanno "celebrato", in forma laica, la morte di Steve Jobs, fondatore, ideatore, "guru" della Apple, quella società che ha cambiato a tutto il mondo il modo di comunicare, di sentire la musica, di scrivere e di navigare in internet.
Un genio dell'informatica ma non solo.
Tutti conosciamo a memoria almeno una sua frase famosa tesa sempre alla ricerca ed al perfezionamento della bellezza.
Tutti abbiamo sentito almeno una volta il suo epico discorso ai neo laureati di Stanford: chi non l'ha fatta legga pure qu
Pochi hanno ricordato che Jobs era figlio di una ragazza madre che l'ha si abbandonato ma cercando per lui il meglio.
Pochi hanno ricordato che Jobs è stato adottato da due genitori che volevano una femmina ma hanno dato a lui tutto quello che potevano dargli, soprattutto una famiglia.
Pochi hanno ricordato che:
"Come sarebbe diverso il mondo senza Steve Jobs! Eppure, se fosse stato concepito solo 20 anni più tardi, sulla scia di Roe vs Wade (il caso che nel 1973 spalancò le porte all’aborto legale negli Stati Uniti, NDT), nel clima dominato da un’altra impresa-icona americana – Planned Parenthood – impegnata in un fiorente commercio di aborti, ce lo saremmo potuti anche perdere.

sabato 8 ottobre 2011

Urgente:famiglia romena con 6 figli da aiutare, ecco quello che ci serve

Loro hanno sei figli. Due seguiti dal nostro Cav di Roma, sono di origine romena. Recentemente, grazie a Dio, entrambe i genitori hanno trovato lavoro in Romania e devono con urgenza organizzare il trasloco di tutto quello che hanno qui a Roma per tornare al loro paese (entro il 14 ottobre!)
Ci serve un aiuto soprattutto se hai a disposizione qualche mezzo di trasporto, dai camioncini ai camion: non chiedono altro, ma solo un "passaggio".
Puoi aiutarci?
Se si contattaci al 0650514441 oppure cavromaeur@libero.it