giovedì 28 marzo 2013

Una preghiera per ogni dito, di Papa Francesco

1. Il pollice è il dito a te più vicino. Comincia quindi col pregare per coloro che ti sono più vicini. Sono le persone di cui ci ricordiamo più facilmente. Pregare per i nostri cari è “un dolce obbligo”.
2. Il dito successivo è l’indice. Prega per coloro che insegnano, educano e curano. Questa categoria comprende maestri, professori, medici e sacerdoti. Hanno bisogno di sostegno e saggezza per indicare agli altri la giusta direzione. Ricordali sempre nelle tue preghiere.
3. Il dito successivo è il più alto. Ci ricorda i nostri governanti. Prega per il presidente, i parlamentari, gli imprenditori e i dirigenti. Sono le persone che gestiscono il destino della nostra patria e guidano l’opinione pubblica… hanno bisogno della guida di Dio.
4. Il quarto dito è l’anulare. Lascerà molti sorpresi, ma è questo il nostro dito più debole, come può confermare qualsiasi insegnante di pianoforte. È lì per ricordarci di pregare per i più deboli, per chi ha sfide da affrontare, per i malati. Hanno bisogno delle tue preghiere di giorno e di notte. Le preghiere per loro non saranno mai troppe. Ed è li per invitarci a pregare anche per le coppie sposate.
5. E per ultimo arriva il nostro dito mignolo, il più piccolo di tutti, come piccoli dobbiamo sentirci noi di fronte a Dio e al prossimo. Come dice la Bibbia, “gli ultimi saranno i primi”. Il dito mignolo ti ricorda di pregare per te stesso… Dopo che avrai pregato per tutti gli altri, sarà allora che potrai capire meglio quali sono le tue necessità guardandole dalla giusta prospettiva.
Card. Jorge Maria Bergoglio

venerdì 22 marzo 2013

Feto in un cestino del bar a Roma: ma chiamarlo “bambino” è troppo?

Non correva, certo, ma avrebbe presto corso. Non schiamazzava in quel bar, ma lo avrebbe presto fatto. Non tirava la mano della madre per farsi comprare le caramelle, forse cominciava con qualche calcetto ad ordinare al bancone. Si sarebbe chiamato Matteo, Mauro o Massimo, come i nostri figli, oppure Elisabetta, Aisha, Asia come tua figlia.
Invece sarà sempre e solo un “feto, grosso come un pugno, forse lungo 10 cm, trovato morto in un cestino di un bar nei pressi del Circo Massimo”.

giovedì 21 marzo 2013

giovedì 14 marzo 2013

Habemus Papam Francesco

Il 266.mo Vicario di Cristo è il gesuita argentino Jorge Mario Bergoglio, finora arcivescovo di Buenos Aires, 76 anni. Ad annunciarlo il cardinale protodiacono Jean-Louis Tauran dalla Loggia centrale della Basilica di San Pietro. Il nuovo Pontefice ha scelto il nome di Francesco: è la prima volta nella storia bimillenaria della Chiesa che un Papa assume questo nuovo. E’ il primo gesuita eletto Papa. Alle 19.06 la fumata bianca dal comignolo della Cappella Sistina dove più volte si era appollaiato un gabbiano. Il nuovo Papa è stato eletto al quinto scrutinio: i cardinali hanno raggiunto la maggioranza dei due terzi necessari per l’elezione. Le campane di San Pietro hanno suonato a festa nel tripudio degli oltre 100mila fedeli radunati in piazza. Queste le prime parole rivolte da Papa Francesco ai fedeli.
“Fratelli e sorelle, buonasera!

mercoledì 13 marzo 2013

L'Europa è il luogo più insicuro dove essere...concepiti!

Con un aborto ogni 25 secondi ed un divorzio ogni 30 l’Unione Europea rischia di mettere in pericolo il suo futuro demografico e civile.
Attualmente nell’UE dei 6.461.939 bambini concepiti, 1.223.015 terminano con un aborto. Si tratta di 3.381 aborti al giorno, 141 ogni ora.
E’ come se ogni anno la popolazione di Malta e Lussemburgo, messe assieme, scomparisse. E’ paradossale ma l’aborto è la prima causa di morte nei Paesi dell’UE.
Ciò significa che se una donna scopre di essere incinta, l’Europa è il Continente meno sicuro per il suo bambino. Uno, ogni cinque concepiti, viene abortito.

venerdì 1 marzo 2013

Perchè madre hai buttato via tuo figlio? Non li volete? Piuttosto che abortirli dateli a noi!


Perchè lo hai abbandonato nel cassonetto? Perchè lo hai lasciato morire così?
La notizia mi arriva dalla radio mentre accompagno a scuola i miei figli: “La scorsa notte una donna romana di 25 anni ha gettato il figlio in un cassonetto dopo aver partorito. Sono in corso accertamenti della Polizia sulle sue dichiarazioni frammentarie e contrastanti. Il neonato, poi trovato morto, sarebbe stato abbandonato in un cassonetto all’interno della struttura sanitaria dell’ospedale San Camillo a Roma. Poi la 25/enne e’ andata in pronto soccorso per un’emorragia. La giovane poco prima della mezzanotte si è presentata al pronto soccorso chiedendo l`intervento del personale sanitario, confessando di aver abbandonato il figlio in un cassonetto dopo il parto. I medici raggiunto il luogo indicato dalla donna hanno trovato il corpo del neonato deceduto, avvolto in un lenzuolo all`interno di sacchetto di plastica. (ANSA-TMNEWS)”