La vita è la scelta che non si rimpiange mai. Aiutiamo le mamme a scegliere per la vita,offrendo loro assistenza a 360 gradi, prima, durante e dopo il parto. Assistenza concreta anche per il post aborto. Facciamo formazione alla bioetica, educazione alla sessualità ed organizziamo corsi di formazione e di educazione alla vita. Se hai bisogno chiamaci attivi 24 ore su 24 al 0650514441.
sabato 25 dicembre 2010
L'articolo di Avvenire sulla festa della famiglia
in bella mostra al centro
della chiesa, sui rami le foto
dei bambini che sono stati
aiutati a venire al mondo.
Sono le stesse creature che
poco più in là le mamme tengono
strette a sé, quasi a non voler lasciare un
dono così sofferto e per questo, forse,
più amato. Sono tutte insieme, le madri e le volontarie del
Centro di aiuto alla vita di Roma, per festeggiare il Natale
e le tante nascite speciali. Ci sono le storie che si
intrecciano, tristi momenti che hanno trovato un lieto
fine dicendo sì alla vita, nonostante tutto. Ma ci sono
soprattutto gli sguardi, gli abbracci e i sorrisi di chi ha
saputo dare non solo un sostegno economico, ma una
parola di conforto, una voce amica. Laura, Anita, Silvana,
Teresa. Qualcuna si alza in piedi per raccontare come
«valga sempre la pena di accogliere la vita» e ringrazia la
«carità spontanea delle volontarie, capaci di dare sostegno
discreto e sincero». In molte, però, scelgono
semplicemente di esserci e di aprirsi
solo in confidenza; troppo difficile,
infatti, parlare di quando «la solitudine
e la paura fanno pensare anche alla
soluzione più dolorosa». Ma è Natale
ed è la festa della vita. Lo ricorda il
presidente del Cav capitolino Giorgio
Gibertini quando invita a pregare «per
le tante madri che hanno accolto
questo dono di Dio, ma soprattutto per quelle che non
hanno avuto la forza di dire sì ad una nuova creatura». La
novità fa paura, una nuova vita rende insicuri di essere
all’altezza del compito; dall’altare don Massimiliano
Nazio usa poche semplici parole per ricordare che «anche
se il cambiamento ci spaventa, non serve fare battaglie
ideologiche, basta accettare la vita nascente riconoscendo
tutto il suo valore». Alla fine arriva anche Babbo Natale e
il sorriso che una macchinina o una bambola riescono a
strappare ai bimbi è quest’anno per i grandi forse il regalo
più prezioso.
Alessia Guerrieri
giovedì 23 dicembre 2010
Vangelo del Giorno -2 a Natale
In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
mercoledì 22 dicembre 2010
Vangelo del Giorno -3 a Natale
In quel tempo, Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
martedì 21 dicembre 2010
- 4 a NATALE: Vangelo del Giorno
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
lunedì 20 dicembre 2010
-5 giorni a Natale: il vangelo del giorno
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
giovedì 16 dicembre 2010
Natale INSIEME!
Sabato 18 dicembre festeggeremo il Natale con i nostri volontari, le nostre famiglie, le madri ed i
bambini strappati all’aborto nel corso di quest’anno e di quelli precedenti.
La festa inizierà con la Santa Messa delle ore 18 presso la Parrocchia Santa Giovanna Antida in via Ferruzzi 110 a Roma dove anche ha sede la nostra seconda sezione “Fonte Meravigliosa”.
Dopo la santa messa è previsto l’arrivo di Babbo Natale per portare doni e sorprese ai bambini che saranno intrattenuti con dei simpatici giochi.
Termineremo con un rinfresco per tutti offerto dal Municipio XII, per questo motivo ringrazio sentitamente il presidente Pasquale Calzetta.
Sarà una festa incentrata sui bambini e sulle mamme. Su quei bambini che avrebbero potuto non esserci, a questo Natale, se le loro madri, invece che incrociare lo sguardo amorevole delle nostre volontarie, avessero incontrato solo indifferenza.
Una festa per le loro mamme che hanno portato avanti con determinazione la scelt
a più difficile ed ancora la portano avanti districandosi tra le mille difficoltà del vivere oggi.
Aiutate da chi? Mi verrebbe da dire da Babbo Natale, ovvero solo noi del Cav a Roma (aiutati tutto l’anno e voglio veramente ringraziarli dai Cavalieri di Malta e dalla Fondazione Nando Peyretti) ma essendo tutti più buoni queste riflessioni le lasciamo all’anno nuovo.
la festa per eccellenza dell’accoglienza e della vita, come quella che queste madri hanno già vissuto, anzi, stravissuto.
Giorgio Gibertini
mercoledì 8 dicembre 2010
Festa di Natale 18 dicembre 2010
"E' Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano. ... E' Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza. E' Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri. "
Madre Immacolata
Madre Immacolata,
ti lodiamo, ti contempliamo
nella tua infinita bontà aiutaci
ha capire il tuo infinito amore.
Aiuta le mamme in difficoltà falle
Capire che prima di un battito c’è
La vita, dalle la forza di affrontare la
maternità nella gioia, ma anche nella
sofferenza, guardando a Te.
Madre aiuta tutti i bambini che hanno
Bisogno di amore, dolcezza, di cure
Amorevoli di madre, stalle vicino dai
Loro una carezza nel momento della
Tristezza, del dolore e della fame , non
farle mai mancare il Tuo sostegno di Madre.
Madre immacolata, Tu sola puoi intercedere
E ottenere presso Tuo Figlio Gesù fai che
Venga in aiuto a tutti noi, e metta in noi
Il seme della bontà, della comprensione,
dell’amore, della sapienza, dell’unità e
della pace Amen.
lunedì 29 novembre 2010
Domenica 5 dicembre ritiro spirituale volontari del Centro
Domenica 5 dicembre 2010, in occasione del Santo Natale, ci ritroveremo con tutti i nostri volontari per una giornata di preghiera "in famiglia" per prepararci alla prossima ricorrenza ma anche per attingere forza, coraggio e slancio direttamente alle fonti del nostro impegno.
Guiderà la nostra meditazione Padre Gonzalo Miranda.
Saremo noi soli, il nostro piccolo gruppe con le "sante" volontarie che ogni giorno dedicano il proprio tempo, il proprio cuore, la propria mente per diventare madri/sorelle/zie delle mamme in difficoltà che si trovano prima del bivio tra la vita e la morte.
Obiettivo è quello di sempre: ricaricare anche noi le pile per poter più serenamente incontrare le mamme (ed i loro figli) per aiutarle a scegliere per la vita, per aiutarle ad incontrare Dio.
Buon ritiro
Giorgio Gibertini
lunedì 22 novembre 2010
Veglia di preghiera per la vita nascente
“Sabato 27 novembre prossimo, nella Basilica di San Pietro, presiederò i Primi Vespri della Prima Domenica di Avvento e una veglia di preghiera per la vita nascente. L’iniziativa è in comune con le Chiese particolari di tutto il mondo e ne ho raccomandato lo svolgimento anche in parrocchie, comunità religiose, associazioni e movimenti. Il tempo di preparazione al Santo Natale è un momento propizio per invocare la protezione divina su ogni essere umano chiamato all’esistenza, anche come ringraziamento a Dio per il dono della vita ricevuto dai nostri genitori.” Benedetto XVI
In comunione con il Santo Padre, Vi invitiamo :
il 27 novembre 2010, ad una
VEGLIA DI PREGHIERA per la VITA NASCENTE
Durante i Primi Vespri della prima domenica di Avvento
Ci vediamo alle 18.45 direttamente in Chiesa, alla conclusione della messa delle 18.00
La celebrazione sarà animata dai volontari del Centro di Aiuto alla Vita presenti nella Parrocchia Santa Giovanna Antida – via Ferruzzi 110
Volere e Volare
Cos’è la “normalità” e cos’è la “diversità”? Chi è “normale” e chi è “diverso”? Ruota intorno a questi concetti – o preconcetti – il volume “Volere e Volare”, di Carlo Bellieni e Luigi Vittorio Berliri, (Edizioni Cantagalli) che sarà presentato il 25 novembre a Roma (ore 17, via degli Astalli, 17).
venerdì 19 novembre 2010
Antonio Socci scrive a Roberto Saviano chiarendogli il concetto di eutanasia
vieni via con me e lascia i tristi a friggere nel loro odio. Questo è un invito pieno di stima: vieni a trovare mia figlia Caterina.
Ti accoglierò a braccia spalancate e se magari ne tirerai fuori l’idea per un articolo, potrai devolvere un po’ di diritti alle migliaia di bambini lebbrosi che sto aiutando tramite i miei amici missionari i quali li curano nel loro lebbrosario (in un Paese del terzo mondo).
Vieni senza telecamere, ma con il cuore e con la testa con cui hai scritto “Gomorra”, lasciandoti alle spalle i fetori dell’odiologia comunista (a cui tu non appartieni) che si respira in certi programmi tv.
Mi scrivesti – ti ricordi ? - quando io ti difesi su queste colonne per il tuo bel libro.
Ora io, debole, scrivo a te forte e potente, io padre inerme in lotta con l’orrore (e in fuga dalla tv) scrivo a te, star televisiva osannata, io cristiano controcorrente da sempre, scrivo a te che stimo: vieni a guardare negli occhi mia figlia venticinquenne che sta coraggiosamente lottando contro un Nemico forse più tremendo di quei quattro squallidi buzzurri che sono i camorristi.
Lei non si arrende all’orrore, come non ci si arrende alla camorra. Vieni a vedere il suo eroismo e quello di tanti altri come lei, che – come dice Mario Melazzini, rappresentante di molti malati di Sla – sono silenziati dal regime mediatico del ‘politically correct’ nel quale tu, purtroppo, hai accettato di diventare una stella.
Vieni. Vedrai gli occhi di Caterina, ben diversi da quelli arroganti e pieni di disprezzo delle mezzecalzette o dei tromboni che civettano nei salotti intellettuali e giornalistici.
Magari potrai vedere addirittura la felicità dentro le lacrime e forse eviterai di straparlare sull’eutanasia, sulla malattia o sul fine vita (come hai fatto lunedì scorso) imponendo il tuo pensiero unico, perché i malati, i disabili che implorano di essere aiutati e sostenuti, nel salotto radical-chic tuo e di Michele Serra, non hanno avuto diritto di parola.
Come non ce l’hanno – in questa dittatura del pensiero unico – i bambini non nati o i cristiani macellati da ogni parte e disprezzati o condannati a morte per la loro fede: è il caso della giovane Asia Bibi.
Vedi, a me non frega niente della tua diatriba col ministro Maroni: siete due potenti e avete gli strumenti a vostra disposizione per battervi. Non c’è bisogno di galoppini che osannino l’uno o l’altro.
A me importa dei deboli, dei malati, dei piccoli, dei poveri che sono ignorati, silenziati e umiliati in televisione. A cominciare dal programma di Michele Serra dove recitate tu e Fazio. Dove si taglia a fette il disprezzo per la Chiesa.
Per la Chiesa che tu sai bene – caro Roberto – ha lottato contro la camorra e la mafia ben prima di te e con uomini inermi e poveri che ci hanno pure rimesso la pelle.
La Chiesa che conosce i sofferenti e i miseri, li ama e quasi da sola soccorre tutti i disperati della terra, un po’ più di Michele Serra di cui ho sentito parlare solo nei salotti giornalistici, non in lebbrosari del Terzo Mondo o nei bassifondi di Calcutta (di Fabio Fazio neanche merita occuparsi).
E’ un peccato che tu metta il tuo volto a far da simbolo di un establishment intellettuale che non ha mai letto il tuo e mio Salamov e non ha mai combattuto l’orrore rosso che lui denunciò e contro cui morì.
Quello sì che sarebbe anticonformismo: andare in tv a raccontare Kolyma che è con Auschwitz l’abisso del XX secolo, ma che – a differenza di Auschwitz – non è mai stata denunciata nella nostra cultura e nella nostra televisione!
Abbiamo visto nel tuo programma lo spettro del (post) comunismo che legittimava lo spettro del (post) fascismo. Dandoci a bere che loro hanno “i valori”. Anzi: solo loro. Visto che solo loro sono stati ritenuti degni di proclamarli.
Il rottame dell’odiologia del Novecento che ha afflitto l’umanità e in particolare l’Italia è davvero quello che oggi ha i titoli per sdottoreggiare di valori?
Mi par di sentire mio padre minatore cattolico – che lottò in vita contro il comunismo e contro il fascismo – che, quando era ancora fra noi, si ribellava davanti a questa tv e gridava: “Andate al diavolo!”.
Quelli come lui – che hanno garantito a tutti noi la libertà e il benessere di cui godiamo – non ce li chiamate a proclamare i loro valori.
Perché sono state le persone comuni come lui a capire la grandezza di un De Gasperi e ad aiutarlo, ricostruendo l’Italia. Invece gli intellettuali italiani del Novecento sono andati dietro ai pifferi di Mussolini e di Togliatti (e di Stalin).
E dopo questo tragico abbaglio l’establishment intellettuale di oggi ancora pretende di indicare la via, gigioneggiando su tv e giornali.
Pretendono di fare la rivoluzione (etica naturalmente) con tanto di contratto o fattura (sacrosanta retribuzione per la prestazione professionale, si capisce).
Sono il regime e pretendono di spacciarsi per l’eresia, incarnano la pesantezza del conformismo e si atteggiano a dissidenti, sbandierano le regole per gli altri e se ne infischiano di quelle che dovrebbero osservare loro, predicano la tolleranza e non tollerano alcune diversità culturale e umana.
Come se non bastasse proclamano l’antiberlusconismo etico e antropologico e con l’altra mano (molti di loro) firmano contratti con le aziende di Berlusconi come Mondadori, Mediaset o Endemol (di o partecipate da Berlusconi).
Pensa un po’ Roberto, io pubblico con la Rizzoli e lavoro per la Rai. Ti assicuro che si può vivere dignitosamente anche senza lavorare con aziende che fanno capo al gruppo Berlusconi, visto che (a parole) viene così schifato da questa intellighentsia.
Caro Roberto, l’altra sera mia figlia Caterina stava ascoltando un cd con canti polifonici che lei conosce bene (perché li cantava anche lei). Era molto concentrata ad ascoltare una laude cinquecentesca a quattro voci che s’intitola: “Cristo al morir tendea”.
In essa Maria parla di Gesù ai suoi amici, agli apostoli. E quando le sue struggenti parole – cantate meravigliosamente – hanno sussurrato “svenerassi per voi” (si svenerà per voi), Caterina – che non può parlare – è scoppiata a piangere. Questa commozione per Gesù – che nei salotti che oggi frequenti è disprezzato come nei salotti di duemila anni fa – ha cambiato il mondo e salva l’umanità.
E’ la stessa commozione di Asia Bibi, la giovane madre condannata a morte perché – a chi voleva convertirla all’Islam – ha risposto: “Gesù è morto per me, per salvarmi. Maometto cos’ha fatto per voi?”.
Ecco, caro Roberto, questa commozione per un Dio che ama così è il cristianesimo.
E tu hai conosciuto uomini che per l’amicizia di Gesù, per amare gli esseri umani come lui, hanno scommesso la vita, hanno dato se stessi. Quando si sono visti quei volti come si può sopportare di vivere in un mondo di maschere e di recitare nei loro teatrini?
Ti abbraccio,
Antonio Socci
martedì 12 ottobre 2010
AUGURI MONSIGNOR FISICHELLA
IL MIO E NOSTRO AUGURIO A MONS. RINO FISICHELLA
A nome mio personale, data la lunga amicizia e collaborazione di questi anni, ma anche e soprattutto a nome dei volontari, delle mamme, dei 250 bambini salvati dal Centro di aiuto alla vita di Roma, porgiamo a sua eccellenza Monsignor Rino Fisichella i migliori auguri per il nuovo incarico di Presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione.
In questi undici anni di vita del nostro Centro abbiamo potuto apprezzare in prima persona l’impegno immenso profuso da Monsignor Fisichella a difesa della sacralità della vita umana dal concepimento a morte naturale e culminata con la sua precedente nomina a Presidente della Pontifica Accademia per la vita.
Abbiamo avuto il privilegio di avere lo sguardo attento di Sua eccellenza su ogni passo del nostro Centro di Aiuto alla vita e continueremo ad essere per Lui, se lo vorrà, piccolo contributo a quel “pensiero forte” richiamato proprio oggi da Monsignor Fisichella nel prendere possesso del nuovo incarico, “per sostenere una azione pastorale corrispondente”.
Auguri e saremo con lei “ubicumque et semper”.
Il delegato ai Rapporti con la Santa Sede
Dott. Valerio Lattanzio
giovedì 23 settembre 2010
Dichiarazione di Renato Zero
venerdì 17 settembre 2010
Toc toc c'è vita nel movimento per la vita????
Il Movimento per la Vita in Italia è fermo. Ingessato. Quasi inesistente. Mi spiego meglio. Non che manchino persone valorose, coraggiose, con idee e buona volontà. Ci sono, qua e là. Neppure mancano volontarie e volontari attivissimi, straordinari, che rendono il loro servizio, ogni giorno, nei Centri Aiuto alla Vita, dando speranza e salvando molti bambini dalla morte.
Quello che manca è un movimento culturale per la vita forte, che sappia intervenire, dire la propria nel dibattito pubblico, quando se ne parla, sui giornali, in televisione, nelle strade. Chi lo ha mai visto? Si parla ormai da anni di bioetica, e il Movimento per la Vita in quanto tale dimostra la sua estrema debolezza. Perché? Perché in America, ma anche in altri paesi europei, il mondo pro life appare più attivo, dinamico, giovane?
Anzitutto vi è un motivo di carattere generale: da troppi anni il mondo cattolico fatica a capire l’importanza di una battaglia per la vita. Già all’epoca della legge 194 e poi del referendum, il mondo pro life italiano era diviso, ma soprattutto, solo. Erano gli anni in cui buona parte delle gerarchie ecclesiastiche e del mondo cattolico “progressista” ritenevano inutile e perdente la battaglia. In cui vigeva l’idea secondo cui è meglio “cercare ciò che unisce piuttosto che ciò che divide”, che significò poi farsi da parte, per non disturbare.
Per tanti anni nello stesso mondo cattolico certi temi sono stati tabù. Essere del Movimento per la vita significava rimanere emarginati, essere guardati come dei matti, residui del passato, non solo rispetto alla cultura radicale e di sinistra, ma anche nel mondo cattolico stesso. Il concetto di “valori non negoziabili” non godeva buona stampa: tutto nel clima del post concilio permanente sembrava negoziabile, anzitutto a molti cattolici. Perché litigare su queste questioni “marginali”, si diceva? “Altri sono i problemi”…
Oggi che ci troviamo nell’inverno demografico più nero, forse qualcuno si ricrede…Oggi, grazie al referendum sulla legge 40, promosso dai radicali, e all’azione di personaggi come Ruini e Boffo, in campo cattolico, e Ferrara in campo laico, qualcosa sta cambiando…
Ma i problemi del Movimento per la vita italiano rimangono, e sono enormi. Mi permetterò di elencarne alcuni, anche se so che scontenterò molti, anche amici, che mi rimprovereranno di non aver capito, oppure di aver detto cose in parte giuste, ma da tener segrete, “tra di noi”.
Eppure, dopo averle sentite e risentite, viste e riviste, a me sembra che occorra dirle. Oportet ut scandala eveniant, se gli scandali non sono fini a se stessi, ma servono a rilanciare un dibattito ormai sepolto, e a portare linfa nuova, vitalità nuova.
Il primo di questi motivi interni è sicuramente una presidenza troppo lunga. Lungi da me negare a Carlo Casini i suoi meriti. Non ritengo però possibile che certe cariche diventano quasi vitalizie, senza conseguenze per tutti! L’attuale presidente del Movimento è in carica da ben 20 anni, cioè dal lontano 1991. Le presidenze troppo lunghe, inevitabilmente, soffocano l’attività, paralizzano l’innovazione e la creatività. Anzitutto perché si crea intorno ad esse un nocciolo duro che tende a perpetuarsi e ad escludere nuove forze e nuove soluzioni. In secondo luogo perché anche la persona più brillante del mondo non può avere, dopo tanti anni, la voglia, lo slancio, le idee, il tempo, dei primi anni. Soprattutto se l’età avanza e le cariche, numerose, si sovrappongono. Soprattutto se colui che riveste quel ruolo, invece di delegare il più possibile, per creare sinergie e responsabilizzare nuove persone, accentra il più possibile.
L’altro problema della presidenza attuale è poi la sovrapposizione tra la militanza pro life e l’appartenenza ad un partito (sovrapposizione che per esempio Paola Binetti ha evitato, dimettendosi da presidente di Scienza e Vita prima di entrare in politica, o che si potrebbe comunque scongiurare dimettendosi dalla politica, qualora da lì si provenga, una volta eletti presidenti del MPV).
In primo luogo, infatti, non sembra realistico poter svolgere nel contempo i compiti tanto gravosi di Presidente del Movimento per la vita italiano e di europarlamentare, a Bruxelles. In secondo luogo perché l’appartenenza ad un partito limita inevitabilmente la libertà d’azione e di parola che dovrebbe caratterizzare un incarico così delicato come quello di guida dei pro life italiani. Recentemente per esempio l’Udc, partito in cui milita Carlo Casini, si è schierato a fianco della Bonino piemontese, Mercedes Bresso, senza che la posizione del presidente del movimento per la vita risuonasse forte e sicura: non possumus! Analogamente Buttiglione, presidente dell’UDC, ha recentemente dichiarato che i pro life italiani si sarebbero sbagliati a prendere la posizione che presero nel 1981, senza che Casini contraddicesse pubblicamente il suo superiore di partito, al fine di tutelare l’onore di chi non ritiene assolutamente vere le parole del politico-filosofo-ondivago per eccellenza.
In terzo luogo l’appartenenza del leader del MPV italiano ad una fazione, limita la sua stessa capacità di manovra, che dovrebbe essere invece a 360 gradi: come chiedere un appoggio a destra e a manca, se colui che chiede è già schierato? In questo campo, purtroppo, le appartenenze politiche vengono spesso prima della battaglia per il bene e la verità.
Infine, l’ultimo inconveniente della sovrapposizione tra politica e presidenza del Movimento, sta nella mentalità che può (non che deve) venirsi a creare.
Uno dei problemi principali del MPV italiano è infatti che ha cessato di portare avanti battaglie di testimonianza, culturali, capaci di attrarre ed educare i giovani agli altissimi valori del rispetto della vita. La battaglia pro life è divenuta quasi esclusivamente, con l’appoggio di qualche ecclesiastico molto politicante, un affare di politica e di parlamenti: incontri tra Casini, qualche vescovo e altri politici di alto rango. Senza coinvolgere più di tanto il Movimento stesso: “ce la vediamo noi”. In questi incontri, alla fine, si è spesso ragionato da politici: io cedo qui, tu cedi là…così di compromesso in compromesso si è dimenticato che alle nuove leve, alle generazioni che crescono, il Movimento non deve dare solo leggi che siano il “meno peggio possibile”, ma anche valori non negoziabili, verità complete per cui valga veramente la pena battersi.
Il pontefice Benedetto XVI lo ha fatto capire in molte occasioni, e difficilmente certe posizioni del MPV oggi possono dirsi compatibili con documenti magisteriali assai chiari e ben poco “diplomatici” (vedi l’ “Evangelium vitae” e la “Donum vitae”)
Pensiamo al movimento pro life americano: è forte perché accanto alla strada della politica, che ci vuole, che non va trascurata, non cessa di dire tutta la verità, e nient’altro che la verità (almeno per un pro life). Invece in Italia accade che proprio nel Movimento per la vita questa mentalità abbia portato a dissociazioni mentali inconcepibili. Mi è capitato di sentire: “sì, è vero, hai ragione a dire così, ma ora è politicamente inopportuno dirlo, come ha spiegato bene Casini”!
Portare la battaglia quasi solo nel campo della mediazione politica ha generato un ulteriore indebolimento: perché la mediazione politica la può perseguire soltanto qualcuno, soltanto chi rappresenta il movimento ai suoi vertici. Ecco così immobilizzata la base, ma anche il resto della dirigenza! Mentre si consumavano mediazioni qui e incontri pre-parlamentari là, dibattiti col vescovo di turno e col politico di turno, quasi sempre ad opera di un solo interlocutore, il presidente nazionale, o qualche suo beniamino, il pro life medio non poteva che dirsi: “ed io che faccio?”
E così il pro life di tutti i giorni, magari del Movimento da anni e anni, si è trovato quasi senza possibilità di agire, senza supporto.
Lo dimostrano tantissimi fatti. Uno per tutti. In tanti anni dall’interno del Movimento per la vita non sono sorti né pensatori né opere pro life di rilievo! Anche i movimenti si sono fatti portatori sempre e soltanto delle stesse pubblicazioni, se possibile del presidente e solo sue. Non si sono valorizzati i giovani, non si sono valorizzate le penne abili, gli oratori interessanti e carismatici, con il risultato che alla fine girano sempre le solite, le medesime facce (o i più generosi, o i più “carrieristi”) . Eppure, compito della guida di un movimento è anzitutto creare spazi per altri, che possano proseguire la battaglia intrapresa. E’ creare una classe dirigente valida, il più possibile ampia e capace.
Tanto altro ci sarebbe da dire, ma voglio concludere con il fatto che a mio avviso ha fatto traboccare il vaso: il continuo stillicidio di espulsioni dal Movimento (come se ci si potesse permettere di farlo!). Negli anni ho visto lasciare il Movimento personalità e intelligenza troppo numerose e troppo importanti: Angelo Francesco Filardo, Maria Paola Tripoli, Mario Palmaro, e tanti altri della direzione nazionale! Ho visto molte persone che avrebbero potuto essere valorizzate per la loro intelligenza, farsi piano piano da parte, perché quasi si temeva facessero ombra…Ma la cosa più grave è che proprio in questi giorni scade l’ultimatum lanciato dalla direzione centrale del Movimento a personaggi che sono la storia del movimento stesso (benché nelle rievocazioni ufficiali siano stati cancellati, come ai tempi di Lenin e Stalin, quando si sbianchettavano le foto). Mi riferisco all’alternativa che è stata imposta dalla presidenza nazionale ad alcuni membri del MPV italiano: o rinnegate “Verità e vita”, un altro gruppo pro life italiano, o uscite dal Movimento (scomunicati latae sententiae)!
L’assurdo è che questo ultimatum è stato lanciato contro personaggi come Mario Paolo Rocchi, Silvio Ghielmi e Giuseppe Garrone. Il primo è stato nientemeno che socio fondatore del primo Centro aiuto alla Vita in Italia, a Firenze nel 1975; socio fondatore del Movimento per la Vita, suo primo tesoriere ai tempi dell’autonomia finanziaria, e co-ideatore del progetto Gemma, una della più nobili attività concrete del Movimento. Il secondo, Silvio Ghielmi, è stato cofondatore e per anni gestore del Progetto Gemma. Il terzo, Giuseppe Garrone, è stato anch’egli cofondatore del Progetto Gemma, fondatore del numero verde SOS Vita, e riscopritore della Ruota degli esposti.
E’ la direzione attuale del Movimento che decapita parte essenziale della sua storia. Come già accadde con la messa in disparte, poco gentile, del fondatore e primo presidente del Movimento, l’avvocato Francesco Migliori. Per un pro life medio, di tutti i giorni, è veramente troppo! Per cui non può che auspicare il ritorno di un po’ di democrazia interna, vera. Per dirla in breve: ci vorrebbero meno personalismi, e le primarie, per rilanciare un Movimento qua e là eroico, ma nel complesso agonizzante.
martedì 7 settembre 2010
Intervista al Presidente Gibertini su Avvenire
DA ROMA
N on siamo mai stati convocati né dal Comune, né dal delegato del sindaco per la vita, eppure «sono due anni che sulle loro scrivanie c’è il report del Cav con un progetto per la maternità». Giorgio Gibertini, responsabile del Centro di aiuto per la vita della Capitale è cosciente che le problematiche di Roma siano frutto di una politica nazionale carente nei confronti della maternità. La giunta Alemanno ha creato un referente per la vita che ha un budget sostanzioso (100mila euro annui) ma, precisa Gibertini, «come è utilizzato non è dato saperlo. Inoltre non ci ha mai convocato e siamo una delle associazioni che sul territorio si occupa di questo. Eppure si potrebbe lavorare insieme».
Il Comune prevede un contributo per madri nubili, un assegno maternità alla nascita del bambino e ha attivato anche una carta bimbo con sconti su prodotti neonatali e farmaci. «Sono tuttavia inaccessibili – sottolinea Gibertini –, c’è una procedura così complicata e lunga che stride con l’urgenza che vive una mamma in difficoltà. Noi le mamme le aiutiamo, con quel poco che abbiamo, subito». Per l’assegno alle ragazze madri, quello che in sostanza chiede Teresa, si fa riferimento alla delibera comunale 154/1997 che recita: «Il contributo economico viene erogato semestralmente». In più, «è possibile usufruire di interventi assistenziali di natura economica, motivati e condivisi con un progetto sociale, per 12 mesi». Ma a far riflettere è soprattutto un particolare. La richiesta di contributo parte «presentando un certificato di gravidanza dal sesto mese di gestazione in poi». Il che significa, per logica, che Teresa non avrà alcun aiuto prima della nascita del suo Francesco.
«Da noi Teresa – continua Gibertini – in ventiquattro ore ha avuto una risposta. La ragazza indecisa che si sente dire che potrebbe forse accedere agli aiuti, che dovrà esserci un progetto, che le faranno sapere, è ovvio che pensi di abortire». Le forme di aiuto, in sostanza, devono essere più immediate, perché sottolinea Gibertini, «anche poche centinaia di euro al mese sono quella carezza economica di cui una mamma in difficoltà ha bisogno subito». Per una buona politica nel sociale, «la discriminante dovrebbe essere: quanti bambini avete salvato? Noi qui 240, più fondi non ne abbiamo», confessa. Sul territorio nazionale tuttavia ci sono tante realtà che come noi operano nel settore, conclude, «un politico oculato chiamerebbe loro per fare una rete di interventi».
Alessia Guerrieri
Il Campidoglio prevede contributo per madri nubili, un assegno alla nascita del piccolo e una card per sconti
venerdì 3 settembre 2010
L'intervento della nostra volontaria Francesca su Avvenire del 2 settembre 2010
Roma, al consultorio negano: mai spinto per l’aborto Ma ammettono: non conosciamo centri di aiuto alla vita
DA ROMA ALESSIA GUERRIERI
« C entri di aiuto per la vita? Non sapevo nemmeno cosa fossero prima che la ragazza me ne parlasse». Al dipartimento per i Servizi Sociali del XX municipio capitolino cadono dalle nuvole. Nulla sanno delle iniziative per sostenere le ragazze incinte che non vogliono abortire. All’inizio sono anche restii a parlare, ma negano comunque tutto. La storia di Teresa, rivoltasi a loro al terzo mese di gravidanza, senza casa e senza lavoro, a cui è stata prospettata come soluzione l’aborto, la raccontano in maniera diversa. «Non è possibile che uno dei nostri operatori abbia dato una risposta del genere». Il funzionario provvisorio del servizio (qui si attende ancora la nomina del responsabile) non ha dubbi. Qui non facciamo miracoli certo, continua, ma «non abbiamo motivo di spingere una donna ad abortire». In sostanza si cerca di fare quel che si può, convivendo con la scarsità dei fondi, tra l’altro vincolati ad un «progetto sociale» e con tempi di erogazione epocali. «Non è poi così raro – continua – che gli utenti reagiscano nelle maniere più disparate, quando si aspettano delle risposte che per motivi di risorse o altro, non siamo in grado di dare». Secondo lui, cioè, Teresa avrebbe nel migliore dei casi frainteso le parole dell’assistente sociale, oppure addirittura inventato la soluzione dell’interruzione di gravidanza «perché si aspettava qualcosa di diverso da noi».
Parlando con la diretta interessata, l’assistente sociale che segue Teresa, la replica imbastita di diplomazia è sempre la stessa. Il racconto della ragazza, secondo lei, è «strumentale». Ma a cosa? Ad ottenere qualcosa in più? «Le motivazioni possono essere molte – dice in maniera evasiva – sta di fatto che io non ho mai accennato nel colloquio con Teresa all’aborto, è stata lei ad informarmi che aveva anche pensato a questa soluzione, ma che non aveva avuto il coraggio di farlo. Perché avrei dovuto riproporglielo? ». Il nostro modo di operare, aggiunge, è «quello dell’autodeterminazione della persona, noi vagliamo tutte le soluzioni partendo dalla rete familiare, amicale e delle strutture di accoglienza madre-bambino ». Fatto sta però, che pur avendo trovato per lei una struttura provvisoria per due mesi, ora Teresa deve ringraziare il Centro di aiuto per la vita se ha una tetto semi definitivo e un medico. In più per avere un sussidio si dovrà aspettare di «pianificare con la ragazza un progetto, un percorso, i fondi dipenderanno da questo – conclude – anche i tempi di erogazione sono variabili». Aspettando la burocrazia, intanto, Teresa ha incontrato la sua buona stella, un amico vicentino che, tramite facebook, le ha fatto conoscere le volontarie del Cav e che ha donato al centro alcuni fondi per il suo bambino. «Da noi ha ritrovato il sorriso e la speranza – racconta Francesca Siena del Cav –. La prima volta che l’ho incontrata era spaventata. Poi l’abbiamo sistemata in una casa-famiglia, ora ha un ginecologo che la segue gratis ed è stata inserita nel progetto 'Madre Teresa' per cui avrà 250 euro al mese per un anno, oltre a tutti i beni materiali per suo figlio fino al quarto anno di vita». Alla sua versione qui credono tutti, soprattutto perché «non è la prima futura mamma che racconta una storia del genere – prosegue Francesca –. Noi sconsigliamo sempre alle donne in gravidanza di rivolgersi ai servizi sociali prima della dodicesima settimana. Troppa la paura che le inducano, come è già successo, ad abortire».
giovedì 2 settembre 2010
Succede.... al nostro Cav!
Roma/La denuncia di una madre
La ragazza, disperata, è poi entrata in contatto col Cav della Capitale: «Lì ho trovato innanzitutto il conforto e l’ascolto di cui avevo bisogno». Ora vuole portare a termine la gravidanza e gioisce per il figlio che nascerà
DA ROMA ALESSIA GUERRIERI - Avvenire del 01 settembre 2010
T eresa accarezza continuamente il suo pancione, come se dovesse ancora proteggere quel figlio che cresce da tre mesi nel suo ventre. «Ora che è qui dentro è al sicuro, ma quando nascerà sarà molto dura per noi». Sorride comunque, finalmente. Non ha più paura di affrontare la sua nuova vita da ragazza madre, «io non sono più sola, c’è lui con me – dice mentre indica quel miracolo che l’ecografia ha già scritto che sarà un 'lui' –. Siamo in due, solo noi due». Un lui che chiamerà Francesco e nascerà a marzo: «Questo bambino è stato concepito in Umbria, la patria di Francesco d’Assisi, vorrei che portasse il suo nome». La luce della vita, Teresa l’ha riscoperta dopo settimane di vuoto e di confusione, attraversate di tanto in tanto anche dalla voglia di farla finita. «Come potevo pensare – ribatte – di far crescere un figlio da sola, senza lavoro, senza casa, senza un compagno e senza un soldo?».
Quasi trent’anni, due sorelle all’estero e una mamma che non sente da anni, un diploma da odontoiatra, per ora inutilizzato. Poi quel compagno che «pur dicendo di desiderare come me un bambino, se ne è tornato in Tunisia» con il suo bagaglio di bugie. E non ha più nessuna intenzione di venire in Italia. Teresa parla tenendo lo sguardo fisso a quel figlio che le sta dando il coraggio e la forza di affrontare mille difficoltà. Lei, cardiopatica e con una gravidanza a rischio, però, ha deciso di andare avanti. Eppure, sola e disperata, il 30 luglio stava per cancellare quella vita che tanto aveva sognato. «Io lo volevo, l’ho voluto fin dall’inizio – racconta – ma ero talmente confusa che avevo già avviato le pratiche per l’aborto. Mi sentivo un mostro, comunque, una donna indegna di vivere. Per fortuna non ho avuto la forza di presentarmi in ospedale quel giorno». Infine la decisione di rivolgersi ad un assistente sociale nel suo municipio a Roma.
«Cercavo una parola di conforto, un posto dove stare, visto che dovevo lasciare il mio appartamento perché non potevo più permettermelo – confessa –, cercavo un aiuto ed invece...». I suoi occhioni neri si sono riempiti di lacrime quella mattina d’inizio agosto, quando le uniche parole di sostegno che ha avuto sono state quelle che mai nessuno si sarebbe immaginato. «Non possiamo fare molto per lei, non abbiamo grandi risorse. Ma non si rende conto che sarà difficile nella sua situazione crescere un bambino? Forse sarebbe il caso di pensare all’interruzione di gravidanza». L’assistente sociale non ha prospettato grandi alternative; in più le sue ferie sarebbero cominciate il giorno successivo e, quindi, pochi i tentativi da fare. Una telefonata dai servizi sociali effettivamente il giorno dopo è arrivata con una probabile sistemazione per soli due mesi e l’invito a risentirsi al rientro dalla vacanze.
«Ho pregato molto il Signore quella notte, non sapevo cosa fare, pregavo per il mio bambino e per quelle mamme come me che nessuno sente gridare in silenzio. Mi sono sentita come se tenere il figlio che già amavo immensamente fosse il reato più grande che potessi fare». Teresa fa una pausa. Poi spiega dell’incontro con un vecchio amico vicentino e, grazie a lui, del contatto col Centro di aiuto per la vita della Capitale. «Lì ho trovato innanzitutto il conforto e l’ascolto di cui avevo bisogno, oltre ad un aiuto materiale – aggiunge –. Mi hanno sistemato in una casa-famiglia dove potrò stare anche dopo il parto. Sempre grazie a loro ho un ginecologo di un grande ospedale romano che mi segue gratuitamente e che conosce bene la mia patologia».
Al tavolino di un bar, giocherellando con la cannuccia della sua acqua e limone, Teresa non nasconde la rabbia per quel «muro di insensibilità» che ha trovato, e continua a ricevere, proprio da chi invece dovrebbe aiutare. Per vivere ora, oltre ad un piccolo contributo del Cav, si arrangia come può, vendendo anche le sue originali lampade su internet. «Non voglio sentirmi una parassita dello Stato – dice lasciando per un attimo cadere gli occhi sulla lana che ha appena comprato per la copertina del suo Francesco –. Come è possibile in un Paese moderno e credente che i servizi sociali mi dicano di abortire, di dormire in alloggi di fortuna o addirittura di andar via dall’Italia per farmi aiutare delle mie sorelle all’estero?». Alle sue tante domande per adesso non trova risposta, ma ha un’unica certezza: quando Francesco nascerà vorrà impegnarsi perché nessun’altra donna viva ciò che ha passato lei. Tra qualche giorno sarà il suo compleanno, ma la vita le ha già riservato il regalo più grande.
Teresa è una gestante in grave disagio economico Il 30 luglio si era rivolta all’assistenza sociale di zona. La risposta: «Non possiamo fare molto per lei, dovrà interrompere la sua gravidanza»
martedì 31 agosto 2010
31 agosto diretta su Radio Mater
www.radiomater.org
venerdì 27 agosto 2010
L'eroico parto cesareo eseguito a Como
Benvenuta al mondo, Marisol figlia dell’amore per la vita
CARLO BELLIENI
È fuori pericolo di vita Marisol, la bambina nata da parto cesareo eseguito sul luogo dell’incidente automobilistico che ha ucciso la sua mamma. La bambina non è semplicemente 'nata in ambulanza', come si legge su qualche giornale, ma la dottoressa del 118 ha eseguito un difficile ed eroico intervento chirurgico d’emergenza, per estrarla quando ormai la mamma stava per morire. La differenza non è da poco, perché non si tratta di un prodigio della tecnica, ma di un prodigio dell’eroismo umano. Perché dal punto di vista giuridico nessuno avrebbe eccepito nulla se la dottoressa arrivata sul posto, dopo aver fatto tutto per salvare la donna, come ha fatto, non fosse intervenuta per far nascere la bambina. Nessuno l’avrebbe accusata, perché non era un chirurgo specialista, e per fare un cesareo bisogna essere veterani del bisturi; e nessuno l’avrebbe incolpata per la morte del feto, perché per lo Stato, fino alla nascita, 'non si esiste' giuridicamente.
Quindi, in una sanità governata dalla medicina difensivistica, nella quale ognuno è portato ad attenersi esclusivamente al suo 'mansionario', pena accuse di vario genere se per la propria iniziativa qualcosa va storto, questa dottoressa è stata una meravigliosa eccezione. Perché rischiando in proprio ha deciso di operare.
Non è normale dunque fare un cesareo in un’ambulanza; ma questa storia ci racconta qualcosa di più, perché l’intervento andava a salvare un bambino che per tutto il mondo (tranne che per suo padre e sua madre) non esisteva. Ma lei ha avuto l’intelligenza clinica di vedere quello che non si vede, cioè il diritto alla vita della piccola Marisol, ancora non nata, ancora 'feto', e portarla alla luce.
Questo è certo un’eccezione: i casi eroici lo sono per definizione; ma in una sanità in cui gli ospedali sono diventati 'aziende', in cui il paziente diventa 'utenza', e il medico diventa un 'operatore sanitario' (una mansione come un’altra evidentemente, dato che esiste anche l’operatore dell’occulto, l’operatore ecologico e via dicendo), ci piace mettere in luce chi prende un’iniziativa per la vita, dato che troppo spesso sentiamo parlare di iniziative su come invece far morire il paziente prima o dopo che sia nato. Pensate invece cosa significa operare, sentendosi addosso una responsabilità positiva, ma anche schiacciante: quanti sarebbero stati pronti ad accusarla se qualcosa non fosse andata nel senso da lei sperato? Eppure si è messa all’opera, come chi si getta nel mare ondoso a salvare una persona che annega e tutti hanno dato per spacciata. E ha salvato Marisol.
Nel panorama mediatico che dedica pagine intere ad ogni supposto errore medico, ignorando invece i rischi, lo stress e le difficili scelte, sarebbe bene che si riprendesse a considerare il medico – come d’altronde chi esercita qualunque professione – come una persona che vive una missione, nonostante possa anche umanamente sbagliare.
Purtroppo oggi si sottolinea solo l’errore, forse perché delusi dalla scoperta della fallibilità del medico, sacralizzato a 'sacerdote laico' in una società che ha perso l’abc del sacro vero, e si censura l’abnegazione che è più diffusa, ma non fa notizia. Sarebbe allora bene che l’impegno della giovane dottoressa Francesca Gatti e della sua Unità Operativa di 118 di Como venissero riconosciuti e premiati pubblicamente. Glielo dobbiamo tutti.
martedì 24 agosto 2010
da Avvenire
Caro direttore, lascio, in questo agosto, i primi due figli dai nonni e rientro a Roma per una visita ecografica di controllo per il terzo figlio in arrivo, a giorni. Ogni momento è buono. Ci segue una ginecologa di un ospedale romano che ci visita presso il reparto 'Day Hospital Ivg Legge 194' dove lei svolge il suo lavoro e la sua discreta, ma molto produttiva, attività per la vita. Ci fa scendere ogni mese quella scaletta dove manca solo la scritta 'Lasciate ogni speranza o voi che entrate' e io e mia moglie ogni volta viviamo il tutto con sofferenza. Però fu lei a dirmi: «Tu che parli tanto di vita, vieni a vedere qual è la prima linea quotidiana». Quotidiana. Qui ogni giorno, in questo ospedale di Roma, almeno 12 aborti. Le madri con la prenotazione 'color blu' entrano poco prima delle 9 ed escono poco prima delle 12. Una tristezza infinita. L’unica pancia che cresce è la nostra. Si è parlato molto in questi giorni, solo su Avvenire, dell’andamento della Legge 194 in Italia ed in Europa. Numeri, sigle, statistiche e percentuali che però non sanno comunicare il volto delle madri in fila, come condannate, sulle scalette che portano ai reparti Ivg dei nostri ospedali. Che fare per offrire loro una possibilità diversa? Nei Centri di aiuto alla vita, quando per vie spesso 'miracolose' vi arrivano, le mamme sono accolte, abbracciate, ascoltate e scelgono sempre per la vita. Ma qui, un gradino dietro l’altro, che possibilità hanno di tornare indietro per guardare avanti? Eppure qualcosa bisogna fare, ognuno nel suo piccolo o grande. La nostra amica ginecologa compie miracoli nell’anonimato e le vorrei dire grazie per tutte le vite che ha salvato anche solo avendo il coraggio di chiedere: «Ma perché lo fai?». Sicuramente si potrebbe cominciare col chiedere uno spazio, tra un gradino e l’altro, per poter dire: prima di arrivare al bivio tra vita e morte ascolta, ascoltati davvero. E questo spazio, nel nostro sistema sanitario nazionale, va riconosciuto e creato.
Giorgio Gibertini
giovedì 5 agosto 2010
La vita non va in vacanza
Prima del bivio tra la vita e l'aborto ci siamo noi
0650514441
venerdì 25 giugno 2010
Sabato 26 giugno il nostro Presidente in piazza contro l'orgoglio pedofilo
"Nel giorno in cui i pedofili autogiustificano il loro diritto di amare liberamente i bambini, il Movimento RES (Roma Europa Sociale) insieme all’MPI Giovani (PdL), saranno in Piazza Navona, dalle ore 11, per la giornata contro la pedofilia". Lo dichiarano in una nota congiunta, Giovanni Picone (Portavoce RES) e Ilaria Misantoni (Responsabile regionale MPI- Giovani), promotori dell'iniziativa.
"La nostra manifestazione - continua la nota - è un atto doveroso contro tutti quei movimenti e organizzazioni che ancora giustificano e promuovono questa pratica, inspiegabilmente non ancora riconosciuta come crimine contro l’umanità.
Il nostro obiettivo - conclude la nota - è quello di sensibilizzare le nostre istituzioni al fine di esortarle ad adottare provvedimenti seri, come è senz’altro la castrazione chimica, per mandare finalmente un chiaro segnale di ferma condanna contro questa odiosa piaga sociale.
Alla manifestazione - aggiunge infina la nota - interverranno il consigliere regionale Pino Palmieri, il consigliere comunale Fabrizio Santori, presidente della commissione 'Sicurezza', il coordinatore regionale MPI Fabio Sabbatani Schiuma, i consiglieri municipali Augusto Santori (XV), Marco Giudici (XVI) e Monica Picca (XIII), presidente della commissione 'Pari Opportunità'. All'iniziativa ha dato l'adesione l'associazione 'Centro di aiuto alla vita' di Roma, il cui presidente, Giorgio Gibertini interverrà alla manifestazione".
giovedì 3 giugno 2010
Veronica Cappellaro (Consigliere Regionale) guarda a noi
VEL0190 3 POL /R01 /ITA
Aborto, Cappellaro (Pdl): Lazio segua esempio della Lombardia
Roma, 03 GIU (Il Velino) - "Ho conosciuto l'esperienza del Centro di aiuto alla vita di Roma che, grazie all'opera dei suoi volontari, in questi undici anni ha aiutato a nascere, a volte letteralmente strappandoli dall'aborto, 240 bambini nostri concittadini romani e laziali. Il supporto che loro danno alle madri in difficolta' per una gravidanza difficile e' di vario tipo, ma spesso economico. Il loro progetto 'Madre Teresa', progetto di adozione prenatale a distanza e' precursore dell'iniziativa Nasko attivata recentemente dalla Regione Lombardia". Lo riferisce con una nota Veronica Cappellaro, consigliere regionale del Lazio del Pdl. "Credo sia giunto il momento anche per la nostra Regione - prosegue l'esponente di maggioranza in Consiglio regionale - di valorizzare l'esperienza del Centro di aiuto alla vita di Roma per poter far si' che il servizio di aiuto alla vita sia riconosciuto dalle istituzioni e non lasciato soltanto al privato. Il mio impegno da ora e' far si che queste realta' siano aiutate dalla nostra Regione, anche economicamente, per poter arrivare a tante madri con quella piccola "carezza economica" che le mette in condizione di scegliere liberamente, e serenamente, per la vita. Per questo motivo - conclude Cappellaro - ho intenzione di presentare anche in Consiglio Regionale del Lazio una proposta di legge che vada nella direzione annunciata dal presidente della Lombardia Roberto Formigoni". (segue) (com/mdf) 031356 GIU 10 NNNN
martedì 1 giugno 2010
Bravo Formigoni....
Il diritto alla vita:una riflessione spirituale sull' aborto e religione cristiana.
di CARLA COLANTONI
L'aborto procurato,o l'interruzione volontaria della gravidanza e'puro omicidio. Ci troviamo di fronte a quella che puo'definirsi struttura di peccato contro la vita umana. In Italia,sono stati legalizzati circa 3.818.000 aborti ai quali si aggiungono oltre 840.000 aborti clandestini. E' una questione di mentalita'sociale,che,impone a far credere a queste donne di dover commettere tale delitto per la mancanza di denaro,di pura fede morale,cristiana.La questione piu'grave,poi,e'che a decidere della morte del bambino ancora non nato,accanto alla madre ci sono spesso altre persone:innanzitutto puo'essere colpevole il padre stesso,la famiglia in generale,gli amici,poi responsabili di cio'sono soprattutto i medici con il personale sanitario,legislatori,che hanno permesso tali leggi abortive,insomma tutte persone di fiducia che,decidono nella stessa maniera,valutando l'apparenza,influenzando sempre piu'la decisione della madre.Ma la vita di un bambino innocente cosa c'entra in tutto questo?I bambini sono gli angeli di Dio,sono la luce per dover nascere,portare gioia,cambiamenti alla vita stessa!Ma veniamo al dunque,pensiamo ad esempio a una ragazza che dovesse scoprirsi incinta dopo aver subìto una violenza carnale,oppure ad una famiglia disagiata che si dovesse trovare di fronte ad una gravidanza inaspettata,o ancora ad una donna che dovesse scoprire di portare in grembo un feto gravemente malformato.Sono indubbiamente dei casi di disagio,e'innegabile,ma neanche in queste situazioni estreme possiamo permetterci di decidere della sorte di una vita innocente,perche'si stara'sempre male in tutte due casi,sia nell'abortire che nel non abortire.Piuttosto che ricorrere all'aborto,uccidendo la natura stessa:ci si puo'avvalere del diritto di partorire l'anonimato per poi dare il bimbo in adozione. Ecco,bisogna saper veramente distinguere il bene dal male,perche'ci si crede di far del bene,pensando in modo egoistico a se stessi,quindi,salvando la propria di vita,mentre se ne sta uccidendo un'altra piu'importante perche'dentro al proprio corpo,dello stesso sangue!Si credera'poi di star meglio,ma sara'l'inizio del tormento,la via che portera'all'inferno della totale depressione e disperazione.Solo il bambino muore,questo e'vero,ma la madre vivra'tra continui sensi di colpa,tormenti,senza piu' fede in Dio,senza alcuna educazione morale. Gente,si dice di aver fede,di credere,si va a messa,in chiesa..ma non basta.Dio non ascolta le preghiere per far si che la propria vita sia facile,ma ognuno ha un proprio cammino spirituale:il cammino delle prove della vita,che,bisognera'affrontare,quindi,nel caso della gravidanza,far nascere perche'poi sara'il destino a dare una sua risposta naturale. Se si ha realmente fede non si ha timore nè paura di nulla. Non si toglie una vita per paura di farla nascere!!! "Un'aborto costituisce una colpa grave.La Chiesa sanziona con una pena canonica di scomunica tale delitto contro la vita umana.Chi procura l'aborto,se ne consegue l'effetto,incorre nella scomunica:latae sententiae.La Chiesa non intende in tal modo restringere il campo della misericordia.Essa mette in evidenza la gravita'del crimine commesso,il danno irreparabile causato all'innocente ucciso,ai suoi genitori e a tutta la societa'(dal Catechismo della Chiesa cattolica,2272).
Occorre quindi davvero farsi un'esame di coscienza e a battersi,d'ora e in poi.
lunedì 31 maggio 2010
Diretta Radio Mater di oggi 31 maggio 2010
lunedì 24 maggio 2010
Chiusura del corso di formazione
“Per loro diventiamo madri, sorelle, amiche. Esperienze – con Francesca Siena, Tiziana Mercuri, Mirella Esposito e Giovanni Trapani (volontari Cav Roma)
giovedì 20 maggio 2010
Testimonianza sul caso del bambino "abortito vivo" a Rossano Calabro
Caro direttore, sono sconcertata per il recente caso di aborto terapeutico di Rossano Calabro perché il bambino presentava una malformazione congenita al labbro e al palato. Chi le scrive è affetta dello stesso difetto e sicuramente benedico mia mamma di avermi dato la vita, accompagnandomi poi con tanto amore e cura nei primissimi anni, essendo io molto gracile e in pericolo di vita per complicazioni fisiche di altro genere. L’amore della mamma mi ha salvato. Quante persone le dicevano: «Poverina, è meglio che muoia...», e mia mamma indignata rispondeva: «No è meglio che viva, anzi deve vivere!». Così fu. Sono viva e in buona salute. Più volte mia mamma mi disse: «Non ti cambierei con nessun altro al mondo... Tu sei la mia gioia, la mia consolazione», e me lo confermò anche prima di morire. Si, sono felice di vivere, orgogliosa di aver avuto una mamma saggia (come del resto dovrebbe essere ogni mamma normale). Ma dove sta la felicità, nel cuore o nelle membra?
Non è che uno nasce felice o infelice: sono gli adulti che ti etichettano secondo la mentalità egoistica, per i molti condizionamenti della cultura attuale, dell’apparire, dell’idea di perfezione (ma solo nel corpo...), e spesso non sanno guardare oltre. Per mia esperienza la gioia vera sta nel cuore, nell’anima immortale – da qui traspare la bellezza. Sì, certo, ho sofferto per i vari interventi ricostruttivi, ma direi, ancor di più soffrii per umilianti indiscrezioni, dovute perlopiù a grossolana ignoranza, superficialità o simili. Ma chi non soffre in questa vita? Uno può nascere sano e perfetto, ma nel corso della vita quante disgrazie o malattie invalidanti possono succedere... Sì, sono felice di esistere! Il mio handicap non mi ha tolto il senso e la gioia di vivere, anzi. Guardandomi attorno vedo molti volti tristi, sfiduciati arrabbiati, scontenti, eppure dovrebbero sprizzare gioia solo per il fatto di essere nati perfettamente sani e belli.
Appunto attraverso questo mio limite ho imparato (e sto ogni giorno imparando) a dare importanza ai veri valori della vita, a gustare la vita con tutto ciò che mi circonda nel creato che mi ricolma il cuore di gratitudine; ad avere uno sguardo all’eterno; ho imparato ad andare all’essenziale. Amo e curo le amicizie, e ne ho molte; per tante persone sono un punto di riferimento, a loro annuncio il Dio della vita; infondo spesso coraggio, sostegno, conforto, comunico pace (così mi dicono), e altrettanto ricevo io da loro. Credo che il Signore voglia aver bisogno di me per testimoniare il suo amore (anche attraverso questo mio difetto) per proclamare che la vita è un dono immenso, che la vita è bella. Che vale la pena viverla in pienezza perché Gesù è la sorgente della gioia. Vorrei gridarlo a tutto il mondo, soprattutto a quelle mamme e papà che hanno paura o si vergognano di avere figli con handicap.
Si, anche noi vogliamo vivere! Grazie mamma!
lunedì 17 maggio 2010
Santo Rosario al Cav
sabato 15 maggio 2010
Domani con le nostre mamme tutti dal Papa
venerdì 7 maggio 2010
Appuntamenti di Maggio del Corso di Formazione per volontari del Centro di aiuto alla vita di Roma
LUNEDI 10 MAGGIO 2010 ORE 21
Il “colloquio” nella relazione di aiuto alla madre in difficoltà. Simulazione. – con dott.ssa Maria Pia Buracchini – psicologa
LUNEDI 24 MAGGIO 2010 ORE 21
Per loro diventiamo madri, sorelle, amiche. Esperienze – con Francesca Siena, Tiziana Mercuri, Mirella Esposito e Giovanni Trapani (volontari Cav)
Per informazioni ed iscrizioni
Tel 0650514441 - www.cavroma.org - cavromaeur@libero.it
venerdì 30 aprile 2010
Radio Mater oggi
giovedì 29 aprile 2010
Anni Azzurri
martedì 27 aprile 2010
Assuntina Morresi sul bambino abortito a Cosenza
giovedì 22 aprile 2010
Secondo appuntamento del corso di formazione
LUNEDI 26 APRILE 2010 ORE 21
Che cosa è un Centro di Aiuto alla vita (dall’apertura, che cosa serve, come si organizza, chi vi si rivolge, come operare nell’ambito della L. 194/78, come operare in rete con i servizi del territorio e come essere in regola con gli aspetti giurisprudenziali e contabili)
Miranda Lucchini – vice presidente Cav e Laura Lautizi – segretaria
mercoledì 21 aprile 2010
Istituto Bracelli per la vita
giovedì 15 aprile 2010
Ru 486
domenica 11 aprile 2010
Corso di formazione per volontari del Cav di Roma
LUNEDI 12 APRILE 2010 ORE 21
Il senso del volontariato per la vita: il cav come luogo del silenzio e la Legge 194/78 – Giorgio Gibertini (presidente Cav di Roma) e Raffaella Cianfrocca (sociologa)
LUNEDI 26 APRILE 2010 ORE 21
Che cosa è un Centro di Aiuto alla vita (dall’apertura, che cosa serve, come si organizza, chi vi si rivolge, come operare nell’ambito della L. 194/78, come operare in rete con i servizi del territorio e come essere in regola con gli aspetti giurisprudenziali e contabili)
Miranda Lucchini – vice presidente Cav e Laura Lautizi – segretaria
LUNEDI 10 MAGGIO 2010 ORE 21
Il “colloquio” nella relazione di aiuto alla madre in difficoltà. Simulazione. – con dott.ssa Maria Pia Buracchini – psicologa
LUNEDI 24 MAGGIO 2010 ORE 21
Per loro diventiamo madri, sorelle, amiche. Esperienze – con Francesca Siena, Tiziana Mercuri, Mirella Esposito e Giovanni Trapani (volontari Cav)
Per informazioni ed iscrizioni
Tel 0650514441 - www.cavroma.org - cavromaeur@libero.it
giovedì 1 aprile 2010
BRAVO COTA ORA ATTENDIAMO CHIARI FATTI ANCHE DA POLVERINI
COMUNICATO STAMPA
BRAVO COTA ORA ATTENDIAMO CHIARI FATTI ANCHE DA POLVERINI
“Sono atti concreti che parlano da sé ed al Presidente Cota va il mio plauso” ha dichiarato Monsignor Rino Fisichella presidente della Pontificia Accademia per la vita, dopo che il neo governatore del Piemonte Roberto Cota ha deciso di lasciare nei magazzini le confezioni di pillola Ru486 già ordinate dalla precedente governatrice Mercedes Bresso.
“Uniamo il nostro plauso a quello di Monsignor Fisichella – ha precisato Valerio Lattanzio Coordinatore Rapporti con la Santa Sede per “Io Amo l'Italia” e per il nostro Centro di aiuto alla vita – senza aggiungere altre parole perché, come ha dimostrato il presidente Roberto Cota, in questi casi i fatti contano più delle parole”.
“Ci auguriamo che anche la neo governatrice della nostra regione – ha continuato Lattanzio – usi presto parole e fatti altrettanto chiari riconoscendo che la Ru486 peggiora la già incommensurabile tragedia dell’aborto. Le case farmaceutiche, gli Istituti di Sanità ed anche le Istituzioni devono indirizzare i loro sforzi, anche quelli economici, per trovare aiuti alla vita nascente e pillole che guariscano e non che sopprimono la vita”.
“Le mamme del Lazio – ha concluso Lattanzio – hanno bisogno di risposte concrete per essere aiutate a scegliere per la vita e non di slogan da usare in campagna elettorale e da cestinare appena eletti. Abbiamo sostenuto la candidatura di Polverini, ora vigileremo sulle risposte”
martedì 30 marzo 2010
POLVERINI ALLA REGIONE LAZIO
COMUNICATO STAMPA DEL PRESIDENTE GIORGIO GIBERTINI
POLVERINI ALLA REGIONE LAZIO
Il Centro di aiuto alla vita di Roma ha sostenuto, sin dall’inizio, la candidatura di Renata Polverini “consigliando” presso i propri sostenitori ed associati
“Non è il nostro compito fare campagna elettorale – ha dichiarato il presidente Giorgio Gibertini – e non l’abbiamo mai fatta sfruttando la fiducia dei nostri volontari, dei nostri associati, delle nostre migliaia di simpatizzanti, delle nostre madri e dei bambini. Però questa è una grande notte che spazza via tante paure e tante ansie. Tutti noi temevamo l’avvento di Bonino alla Regione Lazio perché il suo passato abortista non è mai stato rinnegato ma è stato sempre rivendicato con orgoglio e con armi più moderne. Sicuramente per le future ragazze madri di Roma e del Lazio, e per i loro figli, ora ci saranno altre notti più serene”
Il Presidente Gibertini ha poi voluto augurare alla neo eletta Polverini buon lavoro anche per le politiche per la vita
“La campagna elettorale nel Lazio – ha concluso Gibertini – ha riportato al centro il tema della vita nascente speriamo che da domani non sparisca ma che alle tante parole pro life possano seguire concreti aiuti per le ragazze madri e per chi tutti i giorni si adopera per far trionfare e far nascere la vita nel grembo delle nostre mamme. Buon lavoro Renata!”
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------
30 gennaio 2010
COMUNICATO STAMPA DI VALERIO LATTANZIO
POLVERINI ALLA REGIONE LAZIO – BUON SEGNO PER TUTTI NOI
“Una buona notizia sicuramente la vittoria di Renata Polverini come presidente della Regione Lazio: sui valori cattolici e sui principi non negoziabili possiamo stare più sereni. Ora è tempo di prepararci serenamente alla Pasqua ed a quello che verrà per la Regione Lazio.”
Così si è espresso Valerio Lattanzio, delegato ai Rapporti con la Santa Sede per il nostro Centro di aiuto alla vita di Roma, dopo l’annuncio della vittoria di Renata Polverini a presidente della Regione Lazio.
Il Centro di aiuto alla vita di Roma ha sostenuto, sin dall’inizio, la candidatura di Renata Polverini “consigliando” presso i propri sostenitori ed associati.
“Complimenti e buon lavoro da domani– ha concluso Lattanzio – alla neo presidente della Regione Lazio. Esprimiamo la nostra gioia per questa vittoria che sentiamo anche nostra”