La seconda edizione della Marcia Nazionale per la Vita del prossimo 13 maggio ha ottenuto il patrocinio di Roma Capitale e lo stesso sindaco Gianni Alemanno ha assicurato la partecipazione all’evento. Per capire i motivi di questo sostegno abbiamo parlato con la dott.ssa Lavinia Mennuni, delegato del sindaco per le Pari Opportunità e per i Rapporti con il Mondo Cattolico, nonché membro delle commissioni Mobilità, Trasparenza ed Elette di Roma Capitale e Presidente della Commissione Patrimonio e Politiche Abitative. Dottoressa Mennuni, perché il Comune di Roma ha scelto di patrocinare la Marcia Nazionale per la Vita?
L’iniziativa, con la sua ampia adesione sia dall’Italia che dall’estero, non poteva che vedere Roma Capitale partecipe al fianco di quanti profondono coraggiosamente il proprio impegno al fine di diffondere una cultura consapevole e rispettosa del valore della vita umana fin dal concepimento.
Abbiamo scelto di sostenere questa importantissima marcia, cui presenzierà in prima persona il nostro Sindaco, perché riteniamo che il diritto alla vita, primo diritto umano per eccellenza che sottintende a tutti gli altri, debba essere difeso e perché crediamo fermamente nel ruolo della famiglia quale nucleo fondamentale per lo sviluppo della società.
Come pensa dovrà reagire il mondo politico a questa grande manifestazione pro-life, la prima in Italia da quando è stata approvata la legge 194?
Le Istituzioni devono porre la massima attenzione sull’emergenza derivante dall’enorme numero di vite soppresse prima ancora di venire alla luce. L’interruzione di gravidanza è ormai banalizzata e non più percepita nella sua portata tragica, difatti dall’emanazione della legge 194 sono circa 5 milioni i bambini concepiti, ma mai nati. Come delegato alle Pari Opportunità ho avuto modo di toccare con mano quale rilevante funzione svolgono, nella quotidianità, parrocchie e sportelli che offrono assistenza alle donne in difficoltà che scelgono di diventare madri. Occorrono politiche di sostegno, incentivi alle strutture dedicate, il supporto, dunque, a organismi che operano affiancando le mamme in gravi condizioni di disagio, quali i centri di aiuto alla vita e le case famiglia. Non si può tacere, inoltre, l’altro rilevante tema di quelle donne che devono lavorare e che vedono percepire la propria gravidanza come una discriminante e non come una risorsa per la collettività tutta. Spero vivamente che la marcia, cui aderirò convintamente, risvegli le coscienze soprattutto di chi ha l’alta responsabilità di legiferare.
Da donna impegnata in politica e madre di due bambini ritiene che l’aborto sia un diritto e una conquista civile?
No. Ritengo che la sacralità della vita sin dal concepimento sia un diritto di cui nessuno può privarci. Pur comprendendo che vi siano casi di effettivo disagio, sono fermamente convinta che le difficoltà non si superano sopprimendo la vita, ma si affrontano con la forza di volontà, il coraggio e il sostegno delle Istituzioni. La libertà di un individuo termina dove inizia la libertà altrui e una società che si voglia definire civile deve, in via prioritaria, sostenere i soggetti più indifesi, primi tra tutti coloro che, a chi voglia infierire, non possono opporre la propria voce né il proprio volto.
Cosa sta facendo concretamente il Comune di Roma per ridurre il numero di aborti?
Come noto il Comune non ha competenze sulla gestione delle strutture sanitarie, che sono invece di pertinenza della Regione. Tuttavia la riforma di Roma Capitale del quoziente familiare o la baby card sono alcuni dei provvedimenti orientati proprio in questa direzione. Dall’inizio del mandato sono state abbattute del 20% le liste di attesa agli asili nido, con la creazione di circa 4000 posti, riducendone le tariffe, che risultano tra le più basse d’Italia. Ferme restando le problematiche di ordine economico che l’Amministrazione capitolina sta affrontando, abbiamo offerto il nostro sostegno ai Centri di Aiuto alla Vita, cui, ad esempio, è stato devoluto parte del ricavato di iniziative di solidarietà come la campagna “Roma Insieme”. Inoltre sono stati realizzati servizi a favore delle donne e iniziative volte alla promozione di una cultura dell’accoglienza del fenomeno della nascita come elemento di ricchezza per la società. Tuttavia molto c’è ancora da fare: in Italia non vi sono ancora sufficienti politiche a sostegno della famiglia e della maternità. È prioritario recuperare la distanza che, in termini di natalità, ci separa da altri Paesi più virtuosi, sviluppando interventi che favoriscano l’incremento delle nascite.
Credo, ad esempio, che vada applicato il quoziente familiare a livello nazionale, apportando un concreto ausilio alle famiglie numerose, consentendo loro di avere una maggiore capacità economica.
L’Amministrazione di cui fa parte recentemente ha introdotto il quoziente familiare nel bilancio 2012. Si tratta di un fatto importante. Ce ne può parlare?
Nonostante la grave crisi economica, abbiamo comunque previsto l’importante strumento del quoziente familiare che verrà applicato a partire dalla T.I.A., la tassa di Igiene Ambientale, alleggerendo la pressione fiscale. Sono estremamente lieta che questo provvedimento sia stato realizzato dalla Amministrazione capitolina, poiché rappresenta un forte segnale di cambiamento e di vicinanza delle Istituzioni alle famiglie, che, mettendo al mondo dei figli, apportano un contributo fondamentale al nostro Paese. Una nazione che non fa figli è una nazione in declino e il dovere della società civile, nel promuovere i processi di sviluppo e il perseguimento del bene comune, è difenderne i valori fondamentali, primo fra tutti il diritto alla vita.
L’iniziativa, con la sua ampia adesione sia dall’Italia che dall’estero, non poteva che vedere Roma Capitale partecipe al fianco di quanti profondono coraggiosamente il proprio impegno al fine di diffondere una cultura consapevole e rispettosa del valore della vita umana fin dal concepimento.
Abbiamo scelto di sostenere questa importantissima marcia, cui presenzierà in prima persona il nostro Sindaco, perché riteniamo che il diritto alla vita, primo diritto umano per eccellenza che sottintende a tutti gli altri, debba essere difeso e perché crediamo fermamente nel ruolo della famiglia quale nucleo fondamentale per lo sviluppo della società.
Come pensa dovrà reagire il mondo politico a questa grande manifestazione pro-life, la prima in Italia da quando è stata approvata la legge 194?
Le Istituzioni devono porre la massima attenzione sull’emergenza derivante dall’enorme numero di vite soppresse prima ancora di venire alla luce. L’interruzione di gravidanza è ormai banalizzata e non più percepita nella sua portata tragica, difatti dall’emanazione della legge 194 sono circa 5 milioni i bambini concepiti, ma mai nati. Come delegato alle Pari Opportunità ho avuto modo di toccare con mano quale rilevante funzione svolgono, nella quotidianità, parrocchie e sportelli che offrono assistenza alle donne in difficoltà che scelgono di diventare madri. Occorrono politiche di sostegno, incentivi alle strutture dedicate, il supporto, dunque, a organismi che operano affiancando le mamme in gravi condizioni di disagio, quali i centri di aiuto alla vita e le case famiglia. Non si può tacere, inoltre, l’altro rilevante tema di quelle donne che devono lavorare e che vedono percepire la propria gravidanza come una discriminante e non come una risorsa per la collettività tutta. Spero vivamente che la marcia, cui aderirò convintamente, risvegli le coscienze soprattutto di chi ha l’alta responsabilità di legiferare.
Da donna impegnata in politica e madre di due bambini ritiene che l’aborto sia un diritto e una conquista civile?
No. Ritengo che la sacralità della vita sin dal concepimento sia un diritto di cui nessuno può privarci. Pur comprendendo che vi siano casi di effettivo disagio, sono fermamente convinta che le difficoltà non si superano sopprimendo la vita, ma si affrontano con la forza di volontà, il coraggio e il sostegno delle Istituzioni. La libertà di un individuo termina dove inizia la libertà altrui e una società che si voglia definire civile deve, in via prioritaria, sostenere i soggetti più indifesi, primi tra tutti coloro che, a chi voglia infierire, non possono opporre la propria voce né il proprio volto.
Cosa sta facendo concretamente il Comune di Roma per ridurre il numero di aborti?
Come noto il Comune non ha competenze sulla gestione delle strutture sanitarie, che sono invece di pertinenza della Regione. Tuttavia la riforma di Roma Capitale del quoziente familiare o la baby card sono alcuni dei provvedimenti orientati proprio in questa direzione. Dall’inizio del mandato sono state abbattute del 20% le liste di attesa agli asili nido, con la creazione di circa 4000 posti, riducendone le tariffe, che risultano tra le più basse d’Italia. Ferme restando le problematiche di ordine economico che l’Amministrazione capitolina sta affrontando, abbiamo offerto il nostro sostegno ai Centri di Aiuto alla Vita, cui, ad esempio, è stato devoluto parte del ricavato di iniziative di solidarietà come la campagna “Roma Insieme”. Inoltre sono stati realizzati servizi a favore delle donne e iniziative volte alla promozione di una cultura dell’accoglienza del fenomeno della nascita come elemento di ricchezza per la società. Tuttavia molto c’è ancora da fare: in Italia non vi sono ancora sufficienti politiche a sostegno della famiglia e della maternità. È prioritario recuperare la distanza che, in termini di natalità, ci separa da altri Paesi più virtuosi, sviluppando interventi che favoriscano l’incremento delle nascite.
Credo, ad esempio, che vada applicato il quoziente familiare a livello nazionale, apportando un concreto ausilio alle famiglie numerose, consentendo loro di avere una maggiore capacità economica.
L’Amministrazione di cui fa parte recentemente ha introdotto il quoziente familiare nel bilancio 2012. Si tratta di un fatto importante. Ce ne può parlare?
Nonostante la grave crisi economica, abbiamo comunque previsto l’importante strumento del quoziente familiare che verrà applicato a partire dalla T.I.A., la tassa di Igiene Ambientale, alleggerendo la pressione fiscale. Sono estremamente lieta che questo provvedimento sia stato realizzato dalla Amministrazione capitolina, poiché rappresenta un forte segnale di cambiamento e di vicinanza delle Istituzioni alle famiglie, che, mettendo al mondo dei figli, apportano un contributo fondamentale al nostro Paese. Una nazione che non fa figli è una nazione in declino e il dovere della società civile, nel promuovere i processi di sviluppo e il perseguimento del bene comune, è difenderne i valori fondamentali, primo fra tutti il diritto alla vita.