Quella che si è svolta a Roma in questi due giorni è l'alba di un nuovo inizio. Il Popolo della vita, così caro a Giovanni Paolo II, così ampiamente citato e sferzato ad un maggiore impegno nella Enciclica Evangelium Vitae, si è ritrovato in questo fine settimana nella capitale e superando finalmente gli schematismi e le restrizioni del passato, si è espresso ad una sola voce ed un solo corteo.
Faccio parte del mondo pro life italiano dal 1989 ed ho visto crescere, in questi venti anni, tante associazioni che hanno posto l'aiuto alla vita nascente come loro mission principale ed oggi le ho riviste tutte in marcia e ieri tutte a convengo.
Ho fatto parte del Movimento per la vita italiano, di cui sono stato anche per sei anni responsabile nazionale giovanile, ma finalmente oggi ho visto in piazza tante voci, tante bandiere, tanti volti e non solo i soliti leader incapaci di coinvolgere altri e dare un ampio respiro al messaggio per la vita. Tanti giovani cresciuti con me in questi anni, ed io con loro.
Il convengo di ieri all'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum lo attendevo da dieci anni almeno: tante voci diverse ed un'unica chiara richiesta: basta con l'aborto di Stato, basta con gli omicidi per legge 194, basta con inutili tatticismi politici che non portano il Popolo della vita da nessuna parte, ma servono solo ad una persona per mantenersi il suo ruolo politico.
E basta con la politica che mette il cappello alle iniziative, che presenzia con fascia tricolore alle marce, ma non riesce mai a scendere nel concreto.
Diecimila in piazza oggi, 600 ieri a convegno. è l'alba di un nuovo giorno.
Il Popolo della vita ha superato i vecchi leader ed anticipato i tempi del rinnovo della classe dirigente che è riuscita in una impresa finora mai realizzata: portare in piazza migliaia di persone per difendere chi non ha voce, il concepito.
E' l'alba di un nuovo giorno.
Non disperdiamo questa forza e questa energia. Almeno una volta l'anno ritroviamoci e saremo sempre di più perché sull'esempio molti altri prenderanno coraggio e saranno benvenuti anche quelli che si ravvederanno all'ultimo momento.
Basta con le associazioni detentrici dell'unica parola sul tema vita, basta con i capetti calati dall'alto e che non se ne vanno via, basta col scendere a compromessi sui valori non negoziabili, basta con le titubanze quando invece c'è da alzare la voce.
Tutto questo, in venti anni, non ha portato da nessuna parte.
Ora è il tempo di abbattere il muro dell'omertà con coraggio ed urlare la verità con forza, senza se e senza ma.
Ora è il tempo di un nuovo generale movimento nazionale per la vita che non ha più nulla da perdere ma solo da guadagnare la vita dei figli che verranno.