giovedì 26 gennaio 2012

Basta bimbi abortiti nelle discariche!


Angela ha appena perso il suo bambino. Aborto spontaneo al quinto mese di gravidanza. «Si chiamava Matteo, è mio figlio, lo voglio seppellire». Diciotto settimane di vita dentro la pancia della mamma: per tanti è solo un feto, non ancora un bimbo formato (si considera tale dalla 28esima settimana di  estazione), e in casi sfortunati come questi, di maternità interrotta, la creatura finisce smaltita insieme ai rifiuti organici speciali.

È la prassi. «No, io voglio dare una sepoltura degna a mio figlio». Angela halottato e ha vinto. Lunedì era stesa su un lettino dell'Aurelia Hospital di Roma: 31 anni e quattro figli, Matteo sarebbe stato il quinto. Pochi soldi per arrivare a fine mese, uno stipendio solo, quello del marito, e un aiuto concreto da parte del Centro di Aiuto alla Vita, in prima linea per ilsostegno alle famiglie. «Ci considerano dei talebani pro-life, degli oltranzisti, ma noi siamo sempre dalla parte delle madri», dice Miranda del Cav romano. Di Angela ha seguito tutta la vicenda, sapeva quanto desiderasse avere un altro figlio, nonostante le difficoltà, la crisi, i problemi di ogni giorno. Quando ha sentito la disperazione della giovane donna e la sua richiesta di avere un posto dove potere piangere il piccolo che non ce l'aveva fatta, ha deciso che quel corpicino non avrebbe fatto la fine degli altri feti, triturati nella discarica di Malagrotta.
«La legge e il Dpr 285 del 90 dicono che una madre, se lo desidera, ha diritto ad avere il proprio neonato morto». E a Roma, neanche un mese fa, all'interno del cimitero Laurentino, è nato il Giardino degli Angeli: un grande spazio verde per dare una dolce sepoltura ai bambini mai nati. Un'iniziativa del Comune (ogni spesa a carico di Ama,la municipalizzata per l'ambiente) non gradita a tutti. «È contro il diritto delle donne di abortire», si è detto. «Non è così», replica il vicesindaco e assessore alle Politiche sociali, Sveva Belviso, «soprattutto perché chiesta proprio da alcune mamme. È una scelta individuale, non intende urtare la sensibilità di nessuno». La stessa Belviso ha avuto la garanzia da parte della direzione dell'ospedale che, sbrigate le pratiche burocratiche di rito, Matteo potrà essere consegnato ai genitori per una piccola cerimonia funebre e, infine, per la sepoltura tra le camelie bianche. Questione di giorni. Oggi, intanto, ci sarà il primo angelo nel cimitero dei bambini mai venuti alla luce. Domani il secondo. Tanti piccoli come Matteo che altrimenti sarebbero finiti in una discarica. 
di Brunella Bolloli 
da Libero