Angela ha appena perso il suo bambino. Aborto
spontaneo al quinto mese di gravidanza. «Si chiamava Matteo, è mio
figlio, lo voglio seppellire». Diciotto settimane di vita dentro la
pancia della mamma: per tanti è solo un feto, non ancora un bimbo
formato (si considera tale dalla 28esima settimana di estazione), e in
casi sfortunati come questi, di maternità interrotta, la creatura
finisce smaltita insieme ai rifiuti organici speciali.
È la prassi. «No, io voglio dare una sepoltura
degna a mio figlio». Angela halottato e ha vinto. Lunedì era stesa su un
lettino dell'Aurelia Hospital di Roma: 31 anni e quattro
figli, Matteo sarebbe stato il quinto. Pochi soldi per arrivare a fine
mese, uno stipendio solo, quello del marito, e un aiuto concreto da
parte del Centro di Aiuto alla Vita, in prima linea per ilsostegno alle
famiglie. «Ci considerano dei talebani pro-life, degli oltranzisti,
ma noi siamo sempre dalla parte delle madri», dice Miranda del Cav
romano. Di Angela ha seguito tutta la vicenda, sapeva quanto desiderasse
avere un altro figlio, nonostante le difficoltà, la crisi, i problemi
di ogni giorno. Quando ha sentito la disperazione della giovane donna e
la sua richiesta di avere un posto dove potere piangere il piccolo che
non ce l'aveva fatta, ha deciso che quel corpicino non avrebbe fatto la fine degli altri feti, triturati nella discarica di Malagrotta.
«La legge e il Dpr 285 del 90 dicono che una madre, se lo desidera, ha diritto ad avere il proprio neonato morto». E a Roma, neanche un mese fa, all'interno del cimitero Laurentino, è nato il Giardino degli Angeli: un grande spazio verde per dare una dolce sepoltura ai bambini mai nati. Un'iniziativa del Comune (ogni spesa a carico di Ama,la municipalizzata per l'ambiente)
non gradita a tutti. «È contro il diritto delle donne di abortire», si è
detto. «Non è così», replica il vicesindaco e assessore alle Politiche
sociali, Sveva Belviso, «soprattutto perché chiesta proprio da alcune
mamme. È una scelta individuale, non intende urtare la sensibilità di
nessuno». La stessa Belviso ha avuto la garanzia da parte della
direzione dell'ospedale che, sbrigate le pratiche burocratiche di
rito, Matteo potrà essere consegnato ai genitori per una piccola
cerimonia funebre e, infine, per la sepoltura tra le camelie bianche.
Questione di giorni. Oggi, intanto, ci sarà il primo angelo nel cimitero
dei bambini mai venuti alla luce. Domani il secondo. Tanti piccoli come
Matteo che altrimenti sarebbero finiti in una discarica.
di Brunella Bolloli da Libero